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Un Sinodo per la Chiesa italiana? I paletti di

Un Sinodo per la Chiesa italiana? I paletti di "Vita Pastorale"

Un cammino sinodale per la Chiesa italiana? La proposta presentata il 27 febbraio scorso dalla Cei a papa Francesco ha destato la speranza del mondo cattolico e ha aperto un dibattito che difficilmente verrà sopito. L’analisi di Francesco Occhetta (gesuita e analista politico) – pubblicata sul numero di aprile di Vita Pastorale, il mensile dei paolini diretto da don Antonio Sciortino – prende le mosse dalla difficile situazione che tutto il mondo, Chiesa e parrocchie comprese, sta vivendo a causa della pandemia. Un percorso sinodale, dice lo scrittore, deve prendere atto che «non basta far passare questo tempo difficile, vaccinarci e ritornare a quello che si faceva prima, sarebbe come nuotare contro corrente verso una riva che è stata lasciata per sempre. La sfida, invece, è come arrivare e abitare la nuova riva».

Forse, aggiunge, nemmeno un eventuale Sinodo potrà fare tanto, ma sarà comunque l’inizio di una seria riflessione su tempi caratterizzati dalla tecnologia, dalle nuove forme di comunicazione, da individualismo, paura e rabbia sociale, dalla «crisi delle parole e dei gesti liturgici», dalle parrocchie deserte, dalla scarsità e dalla solitudine dei sacerdoti, da un laicato sempre meno partecipe e sempre meno responsabilizzato.

Un altro passaggio su cui occorre fare chiarezza nella Chiesa attuale, secondo Occhetta, è proprio legato allo spirito collegiale in una comunità cristiana attraversata da divisioni, conflitti, egoismi di fazione e sfiducia. Insomma, dice il gesuita, «non basta proporre un Sinodo quando non si testimonia la sinodalità con gesti e fatti concreti».

Infine, un eventuale cammino sinodale dovrebbe partire da due capisaldi di questo pontificato: l’“ecologia integrale”, «aspetto olistico per ritrovare un equilibrio tre sé e davanti a Dio, con la natura e gli altri», e l’“amicizia sociale”, «una scommessa per riaccendere la lampada della Chiesa sopra il moggio del mondo grazie alla forza della preghiera e della carità».

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