
Mons. Lorefice su “Vita Pastorale”: un sinodo italiano senza compromessi
Prosegue il dibattito sulla possibilità di avviare un percorso sinodale anche per la Chiesa in Italia. A prendere la parola, sull’ultimo numero del settimanale dei paolini, Vita Pastorale, è l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, con un intervento dal titolo “Un Sinodo della Chiesa italiana, oggi, sarebbe un fatto di grazia”.
Nella sezione “La lettera dei vescovi italiani”, mons. Lorefice prende le mosse dalla sua esperienza pastorale come parroco a Modica e come vescovo a Palermo. Proprio «andando in mezzo alla gente» si è reso conto «che l’esigenza fondamentale a cui siamo chiamati a corrispondere (nel senso letterale del “rispondere assieme”) è quella di un ritorno semplice alla fede nella potenza del Vangelo». «Molto spesso – prosegue Lorefice – i nostri progetti pastorali, i nostri codici morali, le nostre dottrine rischiano di perdere di vista, di velare e di non mostrare adeguata fiducia nell’energia della Buona Notizia di Gesù di Nazaret, fondamento stesso del nostro essere comunità ecclesiale».
Se la Chiesa è sinodale per definizione, secondo Lorefice occorre «tornare allo spirito del Concilio», che «ci ha ricordato come i processi ecclesiali di rinnovamento siano un fatto sinodale, il cui protagonista è il popolo di Dio illuminato e guidato dallo Spirito». Anche per questo «un Sinodo della Chiesa italiana sarebbe», soprattutto in questa fase segnata dalla pandemia, «un fatto di grazia, oltre che la risposta a un appello che ci giunge dalla storia di tutti».
Un sinodo dovrebbe affrontare le grandi questioni dell’umanità e del creato, alla luce della Parola, ma anche il senso dell’essere Chiesa oggi, in fedeltà al Vangelo, che impone una dedizione particolare per i poveri e per gli esclusi: «Dio è dalla parte di quelli che nessuno considera», spiega l’arcivescovo di Palermo, «indipendentemente dai loro comportamenti, dalla loro rettitudine, dalla loro statura interiore».
Un eventuale sinodo italiano, conclude dunque, non può che «parlare e agire in maniera chiara e inequivocabile in favore delle sorelle e dei fratelli migranti che dall’Africa, dall’Asia, dal Medioriente giungono sulle nostre coste o alle frontiere del Vecchio Continente in fuga dalla fame e dalla guerra. Non ci possono essere su questo punto compromessi o posizioni in chiaroscuro».
La difesa dei migranti è un principio radicato tanto nella Bibbia quanto nella Costituzione italiana, sottolinea ancora Lorefice, ricordando che per Giuseppe Dossetti, alla cui figura ha dedicato molti studi, «il Vangelo e la Costituzione erano due pilastri irrinunciabili».
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