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“Fratelli tutti” e Agenda 2030: un Quaderno di approfondimento dell’ASviS

“Fratelli tutti” e Agenda 2030: un Quaderno di approfondimento dell’ASviS

È disponibile online, sul sito dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), una “Lettura ragionata” dell’enciclica sociale di papa Francesco Fratelli tutti, in particolare alla luce dell’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 16 dell’Agenda 2030 su “Pace, giustizia e istituzioni forti”.

Il “Quaderno” di 86 pagine è stato redatto dal Gruppo di Lavoro dell’ASviS sul Goal 16, e ha visto il coinvolgimento di autorevoli studiosi ed esperti sul tema.

Nell’introduzione, il cardinale ganese Peter Kodwo Appiah Turkson (prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale), spiega la relazione che intercorre tra il Goal 16 dell’Agenda Onu e la Fratelli tutti di papa Francesco.

«I segni dei tempi mostrano chiaramente che la fraternità umana e la cura del Creato formano l’unica via verso lo sviluppo integrale e la pace», spiega il cardinale, e «la fraternità costituisce, al tempo stesso, il metodo e l’obiettivo da perseguire nella costruzione di società pacifiche e inclusive orientate allo sviluppo sostenibile, aspirazione presente nell’Obiettivo 16». Il concetto di fraternità di Francesco non riguarda la relazione privata, ma deve estendersi «al mondo della politica» locale e internazionale: in quanto metodo, si realizza concretamente nella cooperazione, nell’integrazione tra popoli, nel «primato delle regole sulla forza»; in quanto obiettivo, riguarda invece l’allargamento della prospettiva egoistica ed egocentrica a quella «familiare, sociale, nazionale e internazionale», nella convinzione di una comune appartenenza e nella «crescente interdipendenza mondiale»: «L’uomo condivide con i suoi fratelli non solo una comune origine e discendenza, ma anche un destino comune, quello di creature fragili e vulnerabili nella salute, nella sorte, come il periodo storico che stiamo vivendo ci ha mostrato con evidenza».

Nella globalizzazione, paradossalmente, ci siamo scoperti tutti interconnessi ma anche un po’ meno fratelli, spiega ancora Turkson. Proprio questa assenza di fraternità nella globalizzazione, conclude, sta alla base della povertà e del sottosviluppo dei popoli: «Lo sviluppo dei popoli dipende soprattutto dal riconoscimento di essere una sola famiglia, che collabora in comunione per il perseguimento di un bene comune universale, che fa riferimento al “mondo” come al grande spazio di un bene non più riconducibile a orizzonti particolaristici».

La storia recente racconta il dilagare di muri, di chiusure, di nazionalismi, di una grande sfiducia nelle istituzioni multilaterali. «Per invertire questa rotta, sostenere gli impegni collettivi e multilaterali e lavorare in cooperazione tra le Nazioni – scrive Turkson – papa Francesco ci ricorda che ci vogliono “coraggio e generosità per stabilire liberamente determinati obiettivi comuni e assicurare l’adempimento in tutto il mondo di alcune norme essenziali” (FT 174). Anche i singoli individui sono chiamati ad assumersi le loro responsabilità e a chiedere ai leader politici di agire per il bene comune e nella ricerca della pace al fine far cessare i tanti conflitti che ancora causano dolore, sofferenza e morte in tante parti del mondo».

Leggi il Quaderno dell'ASviS

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