
La pandemia e la crisi del turismo in Africa
Parchi nazionali, isole e spiagge incantate, deserti affascinanti, viaggi avventura: in Africa, come in Italia e altrove, si è fermato tutto per la crisi sanitaria globale ancora in atto, e più di 30 milioni di lavoratori del settore «sono rimasti a casa per il crollo del turismo». Di questo aspetto della pandemia nel continente nero parla la rivista missionaria Africa dei padri bianchi, in un editoriale di Marco Trovato del primo maggio, giorno in cui in tutto il mondo si celebra la Festa dei lavoratori. Il dramma dei lavoratori africani è esacerbato dalla nota debolezza delle economie e delle istituzioni del continente, che peraltro si ripercuote anche su una campagna vaccinale che procede a rilento e a macchia di leopardo: «Centinaia di attività sono in ginocchio, alcune sono già fallite, altre salteranno nei prossimi mesi. E se in Occidente i governi hanno fornito aiuti e ristori (comunque largamente insufficienti a colmare i mancati guadagni e a far fronte alle spese), in Africa i dipendenti degli alberghi, le guide, i camerieri e gli autisti si trovano da oltre un anno senza stipendio e senza alcun ammortizzatore sociale».
Con un volume d’affari di circa 200 miliardi di dollari (ben il 9% del Pil totale), il turismo nell’Africa pre-Covid si dimostrava in piena espansione, soprattutto per quei Paesi più votati al turismo, come il Kenya, la Tanzania, il Marocco o il Sudafrica, che sono stati anche i primi a subire le conseguenze della pandemia. E così, spiega Trovato, «alcune economie nazionali che galleggiavano letteralmente grazie ai visitatori stranieri ora rischiano di affondare se non si tornerà a viaggiare».
In un contesto frammentario, con regole diverse e che cambiano in continuazione, organizzare viaggi in Africa è praticamente impossibile: «L’incertezza è il peggiore dei nemici per il settore del turismo», scrive l’autore, e «non a caso il business delle assicurazioni di viaggio sarà il primo a riprendersi».
«Malgrado il suo impatto talvolta problematico – spiega Trovato nell’approfondito editoriale – il turismo è il settore che in rapporto alle dimensioni genera più posti di lavoro, distribuisce maggior reddito alla popolazione, e (là dove viene bene amministrato) favorisce la cura del territorio e del patrimonio culturale».
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