
Il "Nucelo tecnico" per i fondi del Recovery: «una dichiarazione di guerra all'ambiente e alla democrazia»
Oggi la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen consegnerà personalmente al presidente del Consiglio Mario Draghi, a Roma, la pagella con la promozione del Recovery Plan presentato dall’Italia per beneficiare dei fondi UE: il nostro Paese ha meritato nove “A” e una “B”, alla voce “Costi”, ai dieci parametri di valutazione del piano. Sicché arriveranno i primi 25 miliardi. Come saranno spesi questi? E come quelli che giungeranno a completamento degli aiuti europei? Secondo una logica liberista che non curerà le patologie che affliggono la società, il territorio e l’ambiente dello Stivale. A dimostrazione, i 5 componenti del “Nucleo tecnico per il coordinamento della politica economica” cui Draghi sta affidando il programma di spesa del Recovery, a partire da Carlo Stagnaro, fondatore e ora direttore ricerche e studi dell’Istituto Bruno Leoni che ha come sotto-denominazione “Idee per il libero mercato” (gli altri sono Carlo Cambini, Francesco Filippucci, Marco Percoco, Riccardo Puglisi).
«NO, Stagnaro NO – urla con un comunicato del 21 giugno il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua –, irricevibile il biglietto da visita del Nucleo tecnico», no a tutte «le nomine di ultra-liberisti a guardia del PNRR e delle riforme collegate», una scelta che rappresenta «una dichiarazione di guerra all'ambiente e alla democrazia». «Draghi cala definitivamente la maschera», afferma il comunicato, «rivela ancora una volta il suo vero disegno di ritorno al passato: come se la pandemia non avesse insegnato nulla e le sue conseguenze non mordessero drammaticamente nel corpo sociale». Giusto «qualche lacrima di circostanza per le morti sul lavoro, come se la sicurezza fosse un optional subordinato al profitto, qualche sguardo compassionevole sulle povertà dilaganti, qualche parola benevola per le vittime di un’economia che ci sta portando al disastro».
«Ora – prosegue il Forum – lo schiaffo sonoro alla parità di genere (non una donna nel quintetto di potere), alla pluralità degli orientamenti culturali e politici (niente Stato, tutto Mercato), ai valori della nostra Costituzione invocata a parole e tradita nelle scelte come questa, in particolare dalla nomina di un personaggio come Stagnaro che a gran voce chiede la deregolamentazione della circolazione delle armi e per essere più convincente cita Adolf Hitler, e che schernisce i valori e le pratiche democratiche nella gestione dell'acqua bene comune».
«Questa è la sensibilità democratica – è la deduzione del Forum per l’Acqua – di chi è stato chiamato a sedere in posti chiave per garantire la ripresa del Paese». D'altronde «non ci si poteva attendere di meglio da un Presidente del Consiglio che nel 2011, 50 giorni dopo il referendum sull'acqua, ha scritto nero su bianco che andava fatta una riforma volta alla privatizzazione dei servizi pubblici locali».
«Tutti noi e le istituzioni chiamate a rappresentarci, a cominciare dal Parlamento – è allora la sollecitazione del Forum – dobbiamo uscire da questo inaccettabile asservimento agli interessi delle grandi ricchezze e riassumere il controllo delle scelte cruciali per il futuro e la tenuta sociale e democratica del nostro Paese».
In sintonia con le osservazioni del Forum per l’acqua, segnaliamo l’articolo di Marco Bersani su comune-info (18/6), che fornisce maggiori informazioni sul “Nucleo tecnico” e sulle posizioni di Stagnaro in merito all’acqua, al possesso di armi e alla crisi climatica.
*Foto tratta da pxhere.com, immagine originale e licenza
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