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Le elezioni in Etiopia e il ruolo (oscuro) del premier Abiy Ahmed Ali

Le elezioni in Etiopia e il ruolo (oscuro) del premier Abiy Ahmed Ali

Nonostante la crisi in Oromia e la guerra nel Tigray, i conflitti etnici, la pandemia, le carestie e i massicci sfollamenti, pare che le elezioni etiopi del 21 giugno scorso – rinviate due volte a causa del Covid-19 prima e del conflitto in Tigray dopo – abbiano registrato una grande vitalità. «L’affluenza alle urne è stata massiccia», scrive la rivista Africa dei padri bianchi il 22 giugno. Ma su tutto il processo elettorale si allunga l’ombra oscura del sospetto, e le ragioni sono molte e consistenti: una campagna elettorale durata solo 12 giorni, con i media e i social network controllati e dominati dal Partito della Prosperità e dal suo leader, il premier Abiy Ahmed Ali; 100 circoscrizioni su 547 rimaste chiuse per ragioni di sicurezza o di logistica; la candidatura di numerosi partiti senza base elettorale o con base elettorale ridicola, per dimostrare (soprattutto all’estero) un dinamico pluralismo politico, di fatto inesistente; l’assenza del Fronte Popolare di Liberazione del Tigray, protagonista indiscusso della scena politica etiope da tre decenni, oggi messo ai margini dall’intraprendenza politica del premier Ahmed e poi bandito dalle elezioni dalla Camera dei Rappresentanti in quando “gruppo terroristico”; il voto mancato del popolo tigrino, ancora alle prese con la terribile guerra scatenata a novembre, che voterà in data ancora da definire; la presenza di un solo partito candidato nella regione dell’Oromia, la regione più popolosa d’Etiopia (che esprime 178 dei 547 seggi parlamentari), nonché terra natale del premier, nella quale Ahmed ha corso da solo, mentre gli altri candidati si sono ritirati denunciando minacce e intimidazioni. In un clima così complicato, avverte Africa, la vittoria del Partito della Prosperità di Ahmed appare scontata. «Secondo gli osservatori internazionali presenti in Etiopia, l’atteggiamento sempre più autoritario di Abiy Ahmed allunga ombre e sospetti su queste elezioni».

In un articolo pubblicato il giorno delle elezioni, Africa spiega che «in molti in Etiopia ritengono che il governo di Abiy Ahmed sia un esecutivo di transizione che ha tamponato l’emergenza emersa con le dimissioni dell’ex premier Hailemariam Desalegn. Per questo motivo Abiy Ahmed cercherà, attraverso il voto, una legittimità al suo potere. Quindi, se il suo Partito della prosperità vincerà le elezioni, il premier potrebbe uscirne rafforzato. Ciò, secondo molti analisti, gli permetterebbe di portare avanti le riforme politiche ed economiche che hanno subito un rallentamento.

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