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cosa abbiamo in Comune

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Tratto da: Adista Segni Nuovi n° 30 del 07/08/2021

MILANO PARTECIPA, SEMPRE DI PIÙ

Un deciso, ulteriore passo avanti verso una più ampia e coinvolgente attività dei cittadini nel percorso di progettazione, decisione e amministrazione della propria città. Lo ha fatto il Consiglio comunale di Milano che il 23 luglio ha approvato il nuovo Regolamento per l’attuazione dei diritti di partecipazione. Il provvedimento, che ha integrato e migliorato il testo esistente dal 2016, è il frutto di un dettagliato cammino: approvato dalla giunta il 28 maggio, sottoposto a una consultazione cittadina online di un mese; poi il parere dei Municipi e una nuova discussione in Commissione consiliare, e quindi il via libera finale dopo un nuovo dibattito in Consiglio comunale. Il testo introduce nuovi istituti di partecipazione accanto a quelli già esistenti: Bilancio partecipativo, Dibattito pubblico, Convenzione dei cittadini estratti a sorte, istruttoria pubblica su regolamenti e piani strategici e una nuova piattaforma collaborativa basata sul modello di DecidimBarcelona, che funziona da tempo nel capoluogo catalano per consentire al cittadino di «Costruire una società più aperta, trasparente e collaborativa». È soddisfatto l’assessore alla Partecipazione, Cittadinanza attiva e Open data, Lorenzo Lipparini, perché «si tratta di un risultato importante che ci permette di consegnare alla città uno strumento molto concreto per l’esercizio della democrazia deliberativa, che innova i rapporti tra cittadini e istituzioni offrendo un nuovo modello di amministrazione condivisa fondato sulla cultura della partecipazione». Per saperne di più partecipazione.comune.milano.it/.

RACCONTARE PER DARE

La narrazione dei luoghi amati fa memoria, esperienza e comunità. Soprattutto se ampia e condivisa. Esempio è il progetto DARE a Ravenna: contest a premi #raccontaladarsena, «rivolto a chi vuole raccontare il quartiere, la sua vita, la sua storia e, perché no, come si immagina che sarà domani». Dal 15 luglio al 5 settembre si può inviare a info@dare-ravenna.eu, oppure condividere un post su Facebook e/o Instagram, un testo o una poesia di massimo 150 parole con cui si racconta la “tua Darsena” che dovrà prendere spunto da uno dei tanti contenuti che si trovano su darsenaravenna. it. Belle le motivazioni: «DARE sperimenta nel quartiere Darsena un approccio innovativo alla rigenerazione urbana, basato sull’uso consapevole degli strumenti digitali e sul coinvolgimento della cittadinanza, nella volontà di riconnettere dimensione virtuale e mondo reale. Perché tra dire e fare c’è di mezzo DARE!». Per info www.darsenaravenna.it.

MODELLO CASERTA? PERCHÉ NO?

A che serve un catalogo? Nel caso del “Catalogo delle buone pratiche di riuso sociale dei beni comuni e dei beni confiscati” (alla criminalità organizzata), gli intenti possono essere tre: fare una raccolta di buone pratiche territoriali per la valorizzazione degli immobili pubblici e degli immobili confiscati, grazie all’intervento di Enti del Terzo Settore. Bene. Poi: fornire dati, numeri, luoghi, indicazioni pratiche sul riuso, individuare possibili sviluppi; e infine «fare il punto sul “modello Caserta” per la gestione dei beni confiscati e dei beni comuni». Perché quello presentato il 7 luglio, in occasione della seconda tappa del Festival dell’impegno civile (dongiuseppediana.org/) organizzata presso Casa don Diana (bene confiscato), vuole essere molto più che un semplice libretto d’uso. A leggerlo bene (scaricato su benicomuni.csvassovoce.it/) può essere anche un modello da replicare (con le dovute attenzioni specifiche sui territori) anche in altre città d’Italia (e non solo del sud).  

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