Brasile: l'Articolazione dei popoli indigeni denuncia Bolsonaro alla Corte Penale Internazionale per crimini di genocidio ed ecocdio
L'Articolazione dei popoli indigeni del Brasile (Apib) che riunisce varie organizzazioni regionali di lotta per la difesa dei diritti indigeni, ieri, lunedì, ha invitato la Corte penale internazionale (Cpi) ad aprire un'indagine sul presidente Jair Bolsonaro per "politica anti-indigena", "genocidio" ed "ecocidio". È il terzo ricorso alla Cpi da parte delle nazioni indigene contro il presidente brasiliano, ma è la prima volta che la denuncia è presentata da avvocati indigeni.
«Crediamo che in Brasile siano attualmente in corso azioni che costituiscono crimini contro l'umanità, precisamente reati di genocidio ed ecocidio», scrive l'Apib. «In considerazione dell'incapacità dell'attuale sistema giudiziario in Brasile di indagare, imprigionare e processare [i responsabili di] questi atti, denunciamo queste azioni davanti alla comunità internazionale», ha affermato Eloy Terena, coordinatore legale dell'Apib, nato 33 anni fa in un villaggio del popolo terena chiamato Ipegue, vicino al confine con il Paraguay.
Fondando la denuncia sui precedenti della Corte penale internazionale, l’Apib chiede un’indagine per crimini contro l’umanità (art. 7. b, h, k dello Statuto di Roma: sterminio, persecuzione e altri atti disumani) e genocidio (art. 6 B e C dello Statuto di Roma per l’aver provocato gravi danni fisici e psichici e determinando deliberatamente condizioni volte alla distruzione delle popolazioni indigene).
L'Associazione si basa su rapporti di leader e organizzazioni indigene, documenti ufficiali, ricerche accademiche e rapporti tecnici che, afferma l’Apib, «dimostrano che una politica chiaramente anti-indigena e sistematica (...) è stata pianificata e attuata sotto la guida di Bolsonaro», fin da quando questi è salito al potere, nel gennaio 2019.
Il presidente, portato dall’estrema destra, ha sostenuto l'apertura delle terre indigene e delle aree protette dell'Amazzonia (già gravemente colpite dalla deforestazione e dalla prospezione mineraria illegale) allo sfruttamento delle risorse naturali, attirandosi una valanga di critiche tanto in Brasile quanto all’estero.
Le incursioni di minatori e taglialegna artigianali sono uno dei primi fattori della contaminazione delle comunità indigene da parte del coronavirus, che ha causato 1.166 morti e oltre 57.000 contagi tra i quasi 900.000 nativi, secondo l'APIB.
Negli ultimi mesi, grazie al peso della lobby dell'agrobusiness in Parlamento, sono state presentate diverse proposte di legge – quali la modifica delle norme esistenti di delimitazione delle terre indigene – ritenute gravemente lesive dei diritti e della sopravvivenza dei popoli nativi. Essi rappresentano lo 0,5% dei 212 milioni di brasiliani e la loro terra copre il 13% del territorio dell'immenso Paese.
Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.
Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!