
Accesso globale ai vaccini? Al G20 Salute, nessun passo avanti
Al G20 Salute di Roma, che si è concluso ieri, i Grandi del mondo non hanno fatto «nessun passo concreto» sul vaccino globale, in particolare sulla sospensione dei monopoli dei big pharma, considerata la via privilegiata per diffondere il siero ad ogni latitudine, anche nei Paesi a basso reddito, e aggredire così la diffusione del virus. Nelle zone più povere del pianeta «solo l’1,4% della popolazione ha ricevuto una dose», spiegano Oxfam Italia ed Emergency in un comunicato congiunto emanato ieri. «Così le varianti continueranno a dilagare e andranno perse innumerevoli vite».
Affermano Sara Albiani (policy advisor sulla salute globale di Oxfam Italia) e Rossella Miccio (presidente di Emergency) che «Nella risposta alla pandemia, in termini di accesso globale ai vaccini, nessun passo decisivo e concreto è stato impresso per la definizione di strategie e strumenti di medio e lungo periodo, che di fronte a future pandemie, permettano di cambiare il paradigma e mettere fine alle vergognose disuguaglianze nell’accesso alle cure e ai vaccini».
I dati sulla diffusione del vaccino nei Paesi a basso reddito, si legge nel comunicato, rappresentano un «fallimento morale» (tanto che il «British Medical Journal è arrivato a chiedersi se non possa essere considerato un crimine contro l’umanità), di un «fallimento di politica sanitaria globale» (visto il numero di varianti che potrebbero svilupparsi) e di «fallimento economico» (la diversità di accesso ai vaccini nel mondo costerà all'economia globale 2,3 trilioni di dollari nel periodo 2022-25).
Per queste ragioni, Albiani e Miccio considerano «inaccettabile» l’atteggiamento dei governi: «La dichiarazione adottata oggi dalla Ministeriale Salute, al netto di importanti dichiarazioni di principio, per altro condivisibili, sui vaccini come bene pubblico globale, non offre risposte concrete alla sfida più drammatica e urgente posta dalla pandemia. Abbiamo bisogno adesso di soluzioni, di un vaccino per tutti ovunque, non di un vaccino per pochi a difesa degli interessi di alcuni. Nella migliore delle ipotesi, un posizionamento più chiaro in proposito sarà demandato al summit dei leader del G20 di fine ottobre. Nella peggiore, si continuerà a navigare a vista, perpetrando il sistema vigente: Covax, donazioni delle dosi (iniziative lodevoli, ma al momento insufficienti), licenze volontarie e generico supporto al trasferimento tecnologico».
Come richiesto da Sudafrica e India un anno fa, occorre sospendere i brevetti e condividere in tutto il mondo tecnologie e know-how sui vaccini anti-Covid: «È una corsa contro il tempo, nella quale siamo già drammaticamente in ritardo. Servono soluzioni più incisive, coraggiose, che rivedano il sistema monopolistico che tutela la proprietà intellettuale delle case farmaceutiche».
«Ci appelliamo ai leader del G20 – chiedono infine le due rappresentanti di Oxfam ed Emergency – perché possano recuperare nel summit finale il coraggio e l’ambizione per intraprendere un reale cambio di rotta adottando misure, come la sospensione dei monopoli sui vaccini, la condivisione della tecnologia e del know-how, che possano disinnescare la spirale di disuguaglianza nell’accesso alle cure che la pandemia ha ulteriormente esacerbato, rendendo così attuale e non solo dichiarato il principio dei vaccini come bene pubblico globale».
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