Giovanni mi ha insegnato come essere discepolo di Cristo oggi
Tratto da: Adista Documenti n° 33 del 25/09/2021
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Molti anni fa, quando ero vescovo di Sessa Aurunca, Giovanni mi chiamò nella parrocchia dove era impegnato nella periferia di Roma, direi meglio nella periferia della periferia. Fu per me un incontro decisivo. Vi ritornai altre volte e rimasi entusiasta del lavoro che faceva in quella parte dimenticata e volutamente negata della grande e celebrata capitale. Fu in quelle occasioni che mi parlò a lungo della crisi che viveva come prete, ma era una crisi provocata dalla sua coerenza e dalla sua serietà dinanzi a un mondo clericale forte delle sicurezze e dei privilegi del proprio status. Fu lì che mi parlò di Adista e del lavoro che faceva nell’agenzia, così cominciai a leggerla con regolarità trovandovi una ricchezza di materiali e documenti che mi aiutarono molto. Cercai da allora di sostenere Adista perché mi convinsi, come sono convinto anche oggi, del servizio importantissimo che rendeva alla società italiana e a me come vescovo. Da quei primi incontri di 40 anni fa ci incontrammo tante altre volte, quando divenni vescovo di Caserta, nelle quali mi apparve sempre meglio l’apertura di Giovanni alla linea del Concilio e grazie a lui compresi come la vocazione del Concilio non fosse stata esaudita. Mi recavo anche ad Adista accolto sempre con amicizia da Eletta, da Renzo (Giacomelli) e da un gruppo di giovani giornalisti di valore e di coraggio.
Giovanni mi offriva sempre spunti per una Chiesa testimoniale e non formale, perché non era uomo da formalismi e cerimoniali. Con grande puntualità ci incontravamo quando mi recavo alle assemblee della CEI o nelle rare volte che mi trovavo a Roma, e sempre nelle conversazioni che ho avuto con lui sono rimasto edificato per come fossero giuste, acute e lungimiranti le sue analisi sulla politica e sulla Chiesa italiana. Confesso di avere un grande debito nei suoi confronti per l’illuminazione che mi diede sulle riforme che erano necessarie nella Chiesa. Io penso di essere oggi cristiano nell’ordine della vita e delle convinzioni di Giovanni, perché ho sentito il suo fascino, che era il possesso della libertà.
È lui che mi ha insegnato come essere discepolo di Cristo oggi, in questo presente, e io l’ho seguito come ho potuto.
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