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Vescovo messicano minaccia la scomunica per i legislatori che depenalizzeranno l'aborto

Vescovo messicano minaccia la scomunica per i legislatori che depenalizzeranno l'aborto

Poche settimane dopo che la Corte Suprema di Giustizia del Messico (SCJN) ha dichiarato incostituzionale l'incarcerazione delle donne per aborto, il vescovo della diocesi di Cuernavaca, nello Stato di Morelos, mons. Ramón Castro Castro, ha minacciato di scomunica i legislatori locali se dovessero decidersi a depenalizzare l’interruzione volontaria di gravidanza: un voto in tal senso ricadrebbe sulla «coscienza di ogni deputato», ha detto in un incontro avuto con una decina di parlamentari di Morelos. Un’iniziativa che consentisse alle donne di decidere sui loro corpi», ha sostenuto, «violerebbe il diritto alla vita del feto». E ha profetizzato: «Ci saranno severe ripercussioni della base della società morelense».

La Corte Suprema si è espressa il 7 settembre scorso dichiarando incostituzionale la legge sull’interruzione della gravidanza in vigore nello Stato di Coahuila, e in base alla quale le donne che abortiscono vengono condannate a pene detentive fra uno e 3 anni.  Le legislazioni dei vari Stati messicani, di conseguenza, non potranno più punire le donne con il carcere (e ora saranno liberate quelle che vi si trovano per il “reato” di aborto). Questa è l’unica modifica richiesta dalla Corte Suprema. Non c’è obbligo per i parlamenti locali di cambiare su altri punti i propri codici penali, neanche quegli articoli che prevedono di sottoporre a processo le donne che sono ricorse all’IgV a processo.

Malgrado ciò, il presidente dell’istanza suprema, Arturo Zaldívar, è soddisfatto, convinto di aver avviato «un nuovo percorso di libertà, chiarezza, dignità e rispetto e un gran passo nella lotta storica per l’uguaglianza e l’esercizio dei diritti della donna».

In Messico l'aborto è autorizzato dalla Costituzione, ma dei 32 Stati solo quattro – Città del Messico,  Oaxaca, Hidalgo e Veracruz – hanno una legge che consente l'interruzione della gravidanza liberamente nelle prime 12 settimane di gestazione. E nelle settimane successive solo in alcuni casi come il pericolo per la vita della madre o malformazioni nel feto.

*Foto tratta da pixabay.com, immagine originale elicenza

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