Vescovo filippino: ol Nobel per la Pace alla giornalista Ressa è un incitamento alla speranza"
«Questo è il primo premio Nobel che sia mai stato assegnato a un cittadino filippino. Il fatto che venga dato a una donna e a un brillante giornalista, Maria Ressa, distintasi per la sua professionalità nell'attuale situazione politica nelle Filippine, non può che rendere orgogliosi e pieni di speranza i filippini amanti della democrazia». È questa la dichiarazione rilasciata da mons. Pablo Virgilio David, vescovo di Caloocan, presidente della Conferenza Episcopale delle Filippine, all'Agenzia Fides www.fides.org sul conferimento del premio Nobel per la pace, il 7 ottobre,al la giornalista filippina Maria Ressa, accanto al reporter russo Dmitry Muratov. Secondo il Comitato norvegese per il Nobel Ressa e Muratov sono «rappresentanti di tutti i giornalisti che difendono (…) [il] giornalismo libero, indipendente e basato sui fatti serve a proteggere dall'abuso di potere, dalle bugie e dalla propaganda di guerra». In particolare, Ressa, co-fondatrice del portale di notizie online Rappler, è stata premiata per la sua incessante lotta per la libertà di espressione, raccontando con coraggo «l'abuso di potere, l'uso della violenza e il crescente autoritarismo nel suo paese natale, le Filippine».
«Molte persone vedono in questo evento l'unica speranza di salvare le nostre istituzioni dall'essere distrutte da demagoghi populisti o da leader autoritari». «Questo premio non avrebbe potuto essere più tempestivo di questo momento» in cui «il Paese si sta preparando per le prossime elezioni» (maggio 2022), tanto più perché «il campo di battaglia politico per le elezioni è stato praticamente trasferito nell'arena virtuale delle moderne piattaforme di social media».
Di Ressa il vescovo sottolinea l’impegno con cui ha approfondito le «modalità con cui l'opinione pubblica è stata praticamente sotto il controllo di cyber-criminali politici ben finanziati. Ha documentato bene – è il riconoscimento di mons. David – come queste persone abbiano assoldato eserciti di troll ben pagati che mantengono innumerevoli account falsi e inondano costantemente i social media di notizie false, bombardano chi dice la verità con parolacce e le forme più grossolane di volgarità, con minacce velate e cyber-bullismo di ogni tipo». «Il fatto che questa donna minuta dall'animo grande, che ha osato dare voce soprattutto alle vedove senza voce e agli orfani della cosiddetta 'guerra alla droga' – ha concluso – sia ora sotto i riflettori dell'attenzione mondiale non può che farci sperare in bene».
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