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Cop15 sulla Biodiversità: bene la

Cop15 sulla Biodiversità: bene la "Dichiarazione di Kunming", ora i fatti

La “Dichiarazione di Kunming”, la cui adozione è stata annunciata ieri dal ministro cinese dell'Ecologia e dell'Ambiente Huang Runqiu, rappresenta il traguardo più rilevante conseguito nella prima fase della Cop15 sulla Biodiversità, in corso a Kunming (11-15 ottobre), capoluogo dello Yunnan, provincia nel sud-ovest della Cina. Nel documento di cinque pagine – dal titolo Ecological Civilization: Building a Shared Future for All Life on Earth – i ministri di Finanza, Agricoltura, Sviluppo Economico e Ambiente, invitati e guidati dal governo della Repubblica Popolare Cinese, si dicono «preoccupati per la continua perdita di biodiversità», che rischia di compromettere il cammino verso il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile previsti nell’Agenda 2023 e di altri obiettivi e traguardi internazionali; riconoscono altresì che «sono stati compiuti progressi» con il “Piano strategico per la biodiversità 2011-2020”, ma che questi risultano «insufficienti» e che la crisi della biodiversità, unita ai cambiamenti climatici, alla desertificazione del suolo e al degrado degli oceani, «rappresenta una minaccia esistenziale per la nostra società, la nostra cultura, la nostra prosperità e il nostro pianeta».

Per garantire un futuro al pianeta, chiarisce il documento, è doveroso dunque implementare «un'azione urgente e integrata, per un cambiamento trasformativo» nella società, nell’economia e nella finanza a livello locale e globale, «per plasmare un percorso futuro a favore della natura e delle persone, in cui la biodiversità sia preservata e utilizzata in modo sostenibile, e i benefici derivanti dall'utilizzo delle risorse naturali siano condivisi in modo giusto ed equo».

La Dichiarazione di Kunming propone di adottare un accordo quadro strategico per il prossimo decennio, fondato su un rinnovato «quadro giuridico ambientale globale» capace di riconoscere e tutelare i diritti umani e quelli del pianeta.

Tutela delle aree protette, uso sostenibile delle risorse, limiti alla modificazione genetica delle specie per finalità commerciali o energetiche, riduzione delle emissioni di gas climalteranti nel contesto dell’Accordo di Parigi, riduzione degli effetti delle attività umane sugli oceani, progressiva eliminazione dei sussidi pubblici dannosi per la biodiversità, sostegno economico ai progetti dei Paesi poveri in tutela della biodiversità, partecipazione delle comunità locali e della società civile ai programmi di tutela ambientale, incoraggiamento della comunicazione e la sensibilizzazione delle popolazioni sui temi legati agli stili di vita sostenibili, rafforzamento del multilateralismo relativamente agli accordi ambientali e climatici, ecc.: la lista degli impegni assunti nell’ambito della Cop15 è lunga e dettagliata (qui il testo integrale).

Un Piano d’Azione per la Natura

“Un pianeta con più biodiversità è un pianeta più sano” titola il comunicato del WWF, che «accoglie con favore l'impegno assunto» a Kunming «per invertire il declino della biodiversità» entro il 2030. Ma, continua l’organizzazione ambientalista, all’impegno devono seguire i fatti. E più precisamente «un Piano d’Azione per la Natura in grado, non solo di proteggere terra, acque e oceani, ma anche di affrontare le pratiche agricole non sostenibili, di adottare nature-based solutions (soluzioni basate sulla natura), e assicurare finanziamenti adeguati per attuarla».

La Dichiarazione «rappresenta un primo passo fondamentale per affrontare la crisi dei sistemi naturali», ribadisce il WWF che, tra l’altro, «apprezza anche le diverse misure contenute nella Dichiarazione di Kunming, sia quelle che riguardano la conservazione della natura, sia quelle relative a come affrontare la produzione e il consumo non sostenibili delle risorse naturali». Eppure, si legge ancora nel comunicato, «c’è tuttavia ancora molta strada da percorrere per l’implementazione di un vero approccio whole-of-government (cioè di coinvolgimento complessivo e collegiale dei Governi) da parte di tutti i Paesi membri della Convenzione sulla Biodiversità».

Secondo la direttrice Global Policy e Advocacy al WWF Internazionale Lin Li, «La perdita di biodiversità minaccia la salute umana e la sua sussistenza, e aumenta il rischio di nuove pandemie. Gli impegni dei Paesi devono ancora essere tradotti in ambizione durante i negoziati: è arrivato il momento passare dalle parole in fatti».

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