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Pnrr e transizione ecologica. Alfiero Grandi: costruire la svolta, abbattere le resistenze

Pnrr e transizione ecologica. Alfiero Grandi: costruire la svolta, abbattere le resistenze

Nonostante l’appello lanciato – seppure con tanti limiti – al G20 di Roma e alla Cop26 di Glasgow a contenere il riscaldamento globale entro il famoso grado e mezzo, sembra che nel nostro Paese continui a «prevalere una sorda resistenza». Lo dichiara Alfiero Grandi, uno dei portavoce dell’Osservatorio sulla Transizione Ecologica, alla vigilia della conferenza odierna dal titolo “Lavoro ed energia per una transizione sostenibile”, promossa da Confindustria Energia, alla quale partecipano il presidente del Consiglio Draghi e i ministri Cingolani, Giorgetti e Orlando. «Contrastare il cambiamento climatico è oggi la priorità su cui vanno impegnate risorse che si possono recuperare anche da una politica di distensione, di disarmo e di collaborazione tra Paesi e popoli» prosegue Grandi, che poi elenca una serie di suggerimenti.

Innanzitutto, cita lo studio di Deloitte «che individua nel 2043 l’anno in cui i benefici della transizione ecologica in Italia supereranno i costi, a condizione che il riscaldamento climatico globale non superi 1,5 gradi». In tale direzione la neutralità climatica resta un «imperativo economico» che porterà grandi benefici alla crescita italiana post 2043. Per ottenere questi risultati l’Italia dovrà investire nella transizione ecologica e nella decarbonizzazione. L’alternativa sarà altrimenti un disastro ambientale ma anche economico.

In secondo luogo, il comunicato suggerisce, in linea con le indicazioni del Pnrr, di puntare sull’idrogeno per l’energia elettrica e la mobilità pulita: «L’Arabia Saudita sta realizzando un mega impianto che funzionerà con energie rinnovabili per produrre idrogeno», che nei prossimi anni potrebbe arrivare anche in Italia sfruttando e adattando la rete esistente dei gasdotti.

L’Osservatorio sulla Transizione Ecologica invita poi a contrastare in sede europea l’iniziativa della Francia (e di altri Paesi europei) «per ottenere il riconoscimento del nucleare come energia rinnovabile, quindi finanziabile dal Next Generation Eu». Allo stesso modo, secondo Grandi, occorre frenare sulla «scelta di usare il gas per la transizione anziché puntare direttamente sulle rinnovabili». E questo perché «il gas naturale produce CO2».

Insomma, conclude il comunicato, «il governo deve decidere. Il ministro Cingolani continua a parlare di nucleare, nonostante due referendum ne abbiano escluso l’utilizzo. Il Pnrr gestito per bandi senza una visione politica di insieme, per obiettivi, non funziona». All’incontro di oggi «Draghi parlerà ad un’assemblea che non è esattamente il portabandiera dell’innovazione per contrastare la crisi climatica» e dovrà assumersi la responsabilità di invitarla al cambiamento, altrimenti il Pnrr «rischia di finanziare la conservazione dell’esistente, di sprecare una grande occasione».

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