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Accesso globale ai vaccini: variante omicron figlia di interessi commerciali e miopia politica

Accesso globale ai vaccini: variante omicron figlia di interessi commerciali e miopia politica

Il mondo fa i conti con la nuova variante del virus, la "omicron", identificata per la prima volta in Sudafrica (da qui l’ingeneroso soprannome “variante sudafricana”), e già si comincia a parlare di nuovi pericoli, nuove restrizioni, nuove chiusure delle frontiere e nuovi vaccini.

Ma il nodo, che ancora non si intende sciogliere a causa delle resistenze delle Big Pharma e dei Paesi ad alto reddito, resta sempre lo stesso: «La nuova variante sudafricana dimostra che è necessario un vaccino per tutti, in ogni parte del mondo». L’appello (qui e qui) per un accesso globale al vaccino è stato nuovamente lanciato da Sara Albiani (policy advisor su Salute globale di Oxfam Italia) e da Rossella Miccio (presidente di Emergency) dopo l’annuncio dei primi casi riscontrati in Occidente di variante omicron. 77 epidemiologi di 28 Paesi del mondo intervistati a marzo scorso, sottolineano le organizzazioni afferenti alla People’s Vaccine Alliance, avvertivano «che se non si fosse aumentata la copertura vaccinale a livello globale sarebbero potute sorgere varianti del virus resistenti al vaccino». Secondo i due terzi degli intervistati bisognava vaccinare il mondo intero in un anno, per evitare l’insorgere di una nuova variante. Profezia che poi, infatti, si è puntualmente verificata. Della variante omicron e della sua reale pericolosità ancora si sa poco, aggiungono le due portavoce di Oxfam ed Emergency, ma il novo allarme «è frutto della politica miope con cui finora si è affrontato il tema dell’accesso ai vaccini nel mondo. Fino a quando soltanto una parte della popolazione mondiale sarà vaccinata, il virus avrà la possibilità di circolare, di replicarsi velocemente e quindi di mutare». Oxfam ed Emergency rinnovano l’appello a governi e Big Pharma a «un cambio radicale delle attuali politiche» per non vanificare lo sforzo fatto con le attuali campagne vaccinali: «Rendere accessibili i vaccini anche nei Paesi poveri significa oggi più che mai proteggerci tutti».

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