
Associazioni ambientaliste: gas e nucleare, tomba della transizione ecologica
Se è vero che la transizione ecologica debba essere misurata e adeguata alle reali potenzialità di ogni Paese, questo non può spingere nessuno, compreso il nostro governo, a «spacciare nucleare e gas naturale per quello che non sono, cioè energie “verdi” come vento, sole, acqua, terra». E invece in Europa si sta consumando un bel «pasticcio», con l’equiparazione di queste fonti di energia a quelle che la tassonomia Ue ritiene green, grazie anche all’assenso del nostro governo e del nostro ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani, contro il quale puntano il dito, in questo comunicato, le tre associazioni – Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, Laudato Sì, Nostra – afferenti all’Osservatorio sulla Transizione Ecologica.
I costi delle fonti fossili sono «esplosi» a causa di «un’enorme speculazione finanziaria» – avvertono i firmatari della nota Mario Agostinelli, Alfiero Grandi, Jacopo Ricci e Massimo Scalia – che si può sconfiggere «se nel tempo più rapido possibile viene realizzato un piano di investimenti nelle fonti alternative, in coerenza con gli obiettivi europei per il 2030».
Ma il nostro Paese si è dato «l’obiettivo di 70 Giga Watt di fonti alternative al 2030, che al ritmo attuale non verrà mai raggiunto». E intanto, senza «un progetto sulle rinnovabili degno di questo nome», il nostro governo continua a pensare a gas e nucleare civile, segnando una battuta d’arresto anche rispetto agli impegni assunti con il Pnrr. Il governo, avverte l’Osservatorio, «dovrebbe ripensarci, impegnando il Ministro Cingolani a cambiare strada. Il nucleare in Italia non è credibile, non ci sarebbe neppure il tempo entro il 2030 e in ogni caso dovremmo prima passare attraverso un referendum popolare che sconfessi quelli precedenti».
Inoltre, se il nostro governo sosterrà l’inserimento di gas e nucleare nella tassonomia verde europea andrà contro gli impegni assunti al G20 e alla Cop26, «e soprattutto confermerebbe che la spinta per la transizione ecologica erano solo parole, perché nei fatti prevalgono politiche a sostegno dell’uso delle fonti fossili climalteranti e dei gruppi economici e delle aziende che vogliono continuare a fare profitti scaricando le conseguenze su salute e ambiente. Sarebbe il fallimento della transizione ecologica di cui si parla nel Pnrr e delle speranze che ha suscitato. Il Pnrr diventerebbe solo uno strumento per spendere soldi allo scopo di finanziare i soliti gruppi economici e di potere».
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