
Cile al voto per le presidenziali. I vescovi ai cittadini: fatevi guidare dai principi cristiani
Questa domenica, il 19 dicembre, i cileni tornano alle urne. È il giorno del ballottaggio fra i due primi arrivati al primo turno delle elezioni presidenziali, il 21 novembre: José Antonio Kast, di estrema destra, che ha preso il 27,99% dei votanti, e Gabriel Boric, di sinistra, che, con il 25,67% del favore, è sotto Kast di soli 2,35 punti. Il panorama politico è estremamente frammentato e litigioso. Per entrambi non sarà semplice formare il nuovo governo.
Ieri sono intervenuti i vescovi con una nota in cui rilevano che le elezioni presidenziali si stanno svolgendo «in un contesto di polarizzazione, che si è riflesso in un clima di campagna aggressivo e squalificante, che incoraggia la disaffezione della politica e ha impedito molte volte di affrontare in profondità le questioni sostanziali che interessano ai cileni». Anche se, osservano, «un certo tono di moderazione nelle proposte e il riconoscimento degli errori da parte dei candidati è un aspetto positivo che abbiamo riscontrato nelle ultime settimane».
La partecipazione civica è uno dei pilastri della democrazia, sottolineano i presuli, perciò i cittadini sono chiamati ad esercitare il diritto di voto, votando «in coscienza» e, tanto più se credenti, «considerando i principi cristiani fondamentali per l'ordine sociale e politico». È un dovere, aggiungono, «che ciascuno di noi è chiamato ad assumere, anche quando le opzioni in gioco presentino inadeguatezze rispetto a quei medesimi principi», chiedendo che la decisione sia ricercata per il massimo bene comune.
Al nuovo presidente, si legge nella nota, «chiediamo di governare per tutti i cileni, cercando vie di dialogo, intesa, giustizia e fratellanza. Chiediamo a entrambi i candidati di onorare i valori democratici, accettare il parere dei cittadini e collaborare, dal loro posto, a costruire una comunità politica la cui anima è la carità sociale».
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