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Rapporto Oxfam: il «virus della disuguaglianza» spiana la strada alla pandemia

Rapporto Oxfam: il «virus della disuguaglianza» spiana la strada alla pandemia

ROMA-ADISTA. Nel mondo, l’assenza di cure mediche, la miseria, la fame, l’insicurezza alimentare, i fenomeni climatici estremi, la crisi ambientale e la violenza di genere uccidono una persona ogni quatto minuti; intanto, nei primi due anni di pandemia, i 10 «super-paperoni», ovvero i più ricchi del pianeta, si mettono in tasca ricchezze sei volte superiori al patrimonio detenuto da 3.1 miliardi di persone (circa il 40% della popolazione globale); anche in Italia le cose non girano proprio per il verso giusto e il 10% dei nostri connazionali più facoltosi arriva a possedere una ricchezza pari a quella della metà più povera del Belpaese. Nel mondo colpito dal Covid-19, «Non solo il nostro sistema economico si è trovato impreparato a tutelare i diritti delle persone più vulnerabili ed emarginate», denuncia il recente Rapporto di Oxfam dal titolo “La pandemia della disuguaglianza”, «ma ha attivamente favorito coloro che sono già estremamente facoltosi». Un sistema economico fondato sulle disuguaglianze, ben collaudato e «tutt’altro che inevitabile», che produce povertà e accumula ricchezze nelle mani di pochissimi, che genera dunque strutturalmente un mare di vinti e una manciata di vincitori.

Il Rapporto pubblicato il 17 gennaio da Oxfam – organismo umanitario composto da 20 organizzazioni confederate che operano in 90 Paesi del mondo per «costruire un futuro libero dall’ingiustizia della povertà» – affronta le cause della disuguaglianza a livello globale e, più approfonditamente, in Italia, sottolineando che è il «virus della disuguaglianza», connaturato al sistema economico e sociale attualmente dominante, non generato ma solo gravemente acuito dalla crisi sanitaria mondiale, a distruggere la vita di così tanti popoli del pianeta.

«Un esempio lampante – si legge nel documento di 36 pagine, che si può scaricare liberamente dal sito di Oxfam (link per il download: https://bit.ly/3FTJyJP) – è rappresentato dall’attuale contesto pandemico, con poche potenti multinazionali in grado di monopolizzare la produzione dei vaccini e trattamenti salvavita, determinando un’apartheid vaccinale con conseguenze fatali per coloro che non sono vaccinati, ma anche per coloro che sono vaccinati, a causa dell’aumento del rischio di nuove varianti che possono rendere inefficaci i vaccini esistenti». Grazie ai monopoli sui brevetti dei vaccini, nel periodo considerato dal Rapporto, Big-Pharma come Pfizer e Moderna hanno totalizzato utili per mille dollari al secondo, ma solo l’1% dei vaccini prodotti ha raggiunto i Paesi a basso reddito. «Queste azioni miopi e suicide sono il risultato diretto di governi che operano per conto di pochi ricchi a spese dei più».

Secondo Gabriela Bucher (direttrice di Oxfam International) «la disuguaglianza non è una fatalità ma il risultato di precise scelte politiche. Non solo i nostri sistemi economici ci hanno reso meno sicuri di fronte a questa pandemia, ma consentono a chi è estremamente ricco di beneficiare della crisi. Non è mai stato così importante intervenire sulle sempre più marcate ingiustizie e iniquità. Per questo servono coraggio e visione per affrancarsi da paradigmi di sviluppo che hanno mostrato il fallimento negli ultimi decenni».

A pagare il prezzo più alto della disuguaglianza nei primi due anni di pandemia, denuncia ancora Oxfam, sono le donne, che hanno subìto più degli uomini l’impatto economico e occupazionale della pandemia: secondo il rapporto, tra il 2019 e il 2021 ben 13 milioni di donne hanno perso il lavoro e circa 20 milioni di ragazze potrebbero veder sfumare definitivamente ogni opportunità di scolarizzazione e formazione. Non solo: la circolazione del virus e le politiche per il contenimento del contagio hanno «significativamente aumentato il carico del lavoro di cura non retribuito ed il lavoro domestico in un momento in cui le famiglie hanno meno risorse e minor accesso ai servizi. Questo ha impattato soprattutto le donne ancor oggi sovra-rappresentate tra i lavoratori peggio retribuiti e con tutele più carenti. Le norme sociali hanno radicato il lavoro di cura non retribuito come responsabilità di donne e ragazze, il che si traduce in una distribuzione disuguale del lavoro di cura tra donne e uomini».

E in Italia? Il rapporto, estremamente ricco e dettagliato sulla situazione del Paese, registra disuguaglianze negli standard di vita e di benessere, disparità patrimoniali con conseguenti disparità di opportunità formative e occupazionali, un rapporto di stretta correlazione tra ricchezza, influenza politica e potere decisionale. E mentre, anche lungo tutto lo stivale, le ricchezze si concentrano nelle mani di pochi super-ricchi, nonostante le forme pubbliche di sostegno durante la pandemia, aumenta drasticamente la povertà, anche tra gli occupati (un milione di nuovi poveri, secondo l’Istat, nel solo 2020). Tra le cose, Oxfam punta il dito sulla riforma fiscale, ancora sotto esame del Parlamento, «orientata in modo preponderante a favorire la crescita economica, tradizionalmente intesa come crescita del PIL e con una marcata sottovalutazione della dimensione sociale dello sviluppo sostenibile a cui dovrebbe idealmente contribuire».

«La moderna disuguaglianza, o meglio le tante disuguaglianze (economiche, sociali, di riconoscimento, spaziali, di genere) non sono né casuali né ineluttabili», ma frutto di precise scelte politiche, spiega Oxfam suggerendo alcune piste di lavoro al governo italiano. E poi, aggiunge, le disparità ad ogni livello «si trasformano in barriere sociali e alimentano un profondo senso di inquietudine civica e ingiustizia». Per questo, il Rapporto suggerisce al Paese di intervenire su alcuni fronti precisi: «Ammodernamento dei sistemi di protezione dei redditi»; «Ridare potere al lavoro»; «Sistemi fiscali equi e progressivi»; «Trasferimenti per il supporto delle famiglie con figli e RdC»; «Valorizzazione del capitale umano e accesso alla conoscenza». Ma l’Italia ha anche evidenti responsabilità nei confronti del pianeta, in particolare occorre riallinearsi in tempi rapidi all’impegno di destinare 0,7% del reddito nazionale lordo alla cooperazione internazionale allo sviluppo; rispettare la promessa di destinare 45 milioni di dosi di vaccino ai Paesi a basso reddito; chiedere a gran voce la sospensione dei diritti di proprietà intellettuale su vaccini, cure e testi contro il Covid-19, per superare l’attuale sistema monopolistico e consentire anche ad altri Paesi di produrre sieri. (giampaolo petrucci)

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