
In Vaticano prossimo Simposio sul sacerdozio. Le aspettative del Movimento dei preti sposati
Sarà papa Francesco ad aprire i lavori del Simposio internazionale “Per una teologia fondamentale del sacerdozio”, promosso dal card. Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi, e dal Centro di Ricerca e di Antropologia delle Vocazioni. L’evento si svolgerà dal 17 al 19 febbraio, presso l’Aula Paolo VI, in Vaticano.
Il comunicato della Sala Stampa della Santa Sede che lo annuncia (5/2/22) riferisce che durante i tre giorni di lavoro «si alterneranno autorevoli oratori per riflettere e dialogare sulle tematiche “Tradizione e nuovi orizzonti”, “Trinità, missione, sacramentalità” e “Celibato, carisma, spiritualità”». Sarà per «vescovi, clero, laici e religiosi (…) un momento di riflessione e studio sui rapporti tra ministeri ordinati, membri laici e religiosi al fine di armonizzare il loro contributo, articolato e concorde, secondo la chiamata alla santità rivolta a ciascuno».
L’iniziativa si inquadra, inoltre nel percorso di sinodalità avviato da papa Francesco per «accrescere nel popolo di Dio la partecipazione, la comunione e la missione».
Nel sottolineare questo prossimo appuntamento, che comporterà un approfondimento della questioone del celibato ecclesiastico obbligatorio per i preti, il Movimento Internazionale dei Sacerdoti Sposati In Italia, fondato nel 2003 dal teologo e giornalista don Giuseppe Serrone che si batte da vent’anni per la riammissione nella Chiesa dei preti sposati con regolare percorso canonico di dispensa e matrimonio religioso, auspica che «papa Francesco tenga in considerazione le istanze che potrebbero arrivare in questi giorni in Vaticano da varie parti del mondo».
Sarebbe un contributo importante quello che possono dare i sacerdoti sposati. Serrone aveva detto) «Nella chiesa cattolica ci sono migliaia di sacerdoti, come me, sposati – aveva argomentato Serrone in un’intervista all’Adnkronos di due anni fa (13/1/20) -. Molti hanno il desiderio di poter ritornare al ministero. Non è una questione di ostacoli teologici, solo di una normativa di diritto canonico che oggi non lo permette. Questi preti sposati sono un grande potenziale: rientrando in servizio, potrebbero sopperire alla situazione di crisi vocazionale, di deficit nelle parrocchie».
Non è in gioco la «questione del celibato che ha un gran valora» ma di considerare nel contempo la risorsa che rappresenta l’esercito di preti sposati, «salvaguardando tutta la dottrina teologica della Tradizione Cattolica. Non bisogna far confusione tra le due cose». D’altronde, «da una decina d’anni a questa parte – ricordava – sono stati accolti nella Chiesa cattolica gli anglicani con moglie e figli: convertiti al cattolicesimo, sono stati ordinati sacerdoti». Di serto, concludeva «noi siamo disponibili a collaborare con la Chiesa cattolica».
*Foto tratta da Africarivista
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