
Siccità: un disastro annunciato. In Piemonte i lavori per l'alta velocità prosciugano le montagne
Che cosa c’entra la scarsità di acqua con i lavori per la realizzazione dell’alta velocità? Spiega il Forum italiano dei movimenti per l’Acqua, in un comunicato odierno, che in questi giorni, in Piemonte, si discute molto di siccità, di carenza di acqua e di rischi per le colture e per le comunità. In prospettiva è ormai noto che, aggiunge il Forum, gli effetti dei cambiamenti climatici imporranno sempre più un regime di razionamento e di penuria idrica.
In questo inquietante scenario, denuncia la nota, «nel cuore delle montagne della Valsusa e della Maurienne (in Francia) si verifica da anni un colossale spreco d'acqua. Infatti, i lavori per la realizzazione del cunicolo esplorativo del TAV Torino-Lione, lungo 7 km, dal 2013 causano fuoriuscite d'acqua provenienti dalle falde intercettate dalle “trivelle”». I numeri mettono i brividi: si parla, si legge ancora, di ben 102,6 litri dispersi ogni secondo, che in un anno, equivalgono al fabbisogno di una comunità di 40mila persone. «Analoghe sottrazioni e sprechi si verificano sul versante francese, dove i tunnel di servizio sono tre e asciugano le Alpi dal 2010».
I dati riportati dal Forum riguardano solo le «gallerie secondarie, di limitato chilometraggio e profondità», ed è quindi «ragionevole prevedere che lo scavo dei due tunnel principali, ciascuno lungo 57 km e che raggiungeranno maggiori profondità, causerà perdite d'acqua decisamente più rilevanti», che andranno a minacciare le falde acquifere sotterranee, sottraendo «l'acqua al suo ciclo naturale, rischiando così di compromettere interi ecosistemi».
Rischi peraltro previsti in fase progettuale, denuncia ancora il Forum, e considerati «effetti collaterali», «approvati dalle autorità competenti» senza troppi complimenti. Un sacrificio sull’altare degli «ipotetici e ampiamente discutibili benefici (per chi?) derivanti dalla realizzazione della “Grande Opera”».
Si genera così un’ipocrita e inquietante contraddizione tra i principi di contrasto ai cambiamenti climatici, professati a parole dalle istituzioni del Paese, e «le azioni concrete che spesso, come in questo caso, vanno nella direzione opposta (nel PNRR il TAV è considerata opera prioritaria)». «È sconcertante che finora – conclude il Forum italiano dei movimenti per l’Acqua – ciò sia avvenuto nella più totale indifferenza. Si dovrà attendere che i rubinetti restino a secco prima che la nostra classe dirigente inizi ad agire seriamente, scevra da pregiudizi ideologici e senza la pressione di interessi economici, per la tutela del bene comune acqua?».
Leggi la nota del Forum italiano dei Movimenti per l'Acqua
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