
L'Ordine di Malta presenta al papa un progetto di riforma
CITTA' DEL VATICANO-ADISTA. Il delegato pontificio presso l'Ordine dei Cavalieri di Malta, il card. Silvano Tomasi, ha presentato in un incontro a papa Francesco le sue proposte di riforma dell'Ordine (Vatican News 26/2). «Abbiamo esposto al Santo Padre - ha dichiarato Tomasi - come la riforma in cantiere mantiene e meglio inquadra l’Ordine nella sua caratteristica di Ordine Religioso Laicale e permetta la continuazione della sua azione caritativa, diplomatica ed umanitaria, a beneficio dei "Signori malati" e a servizio della Chiesa». «Il Santo Padre, lieto di questo comune sentire, e nella sua paterna sollecitudine per il nostro amato Ordine - prosegue Tomasi - ha deciso di continuare ad ascoltarci concedendoci una prossima udienza. Terminati gli incontri, il Papa deciderà sui progetti» presentati.
Il processo di riforma dell'Ordine risale a una crisi costituzionale guidata dall'ex Gran Maestro, deceduto nel 2021, Matthew Festing. Questi, dopo nove anni alla guida dell'Ordine, si era dimesso nel 2017 su pressione del papa, in seguito a un grave conflitto sorto l'anno precedente, con un intrigo ai danni del Gran Cancelliere Albrecht von Boeselager. Francesco aveva ordinato una riforma.
La crisi costituzionale dell'Ordine
La controversia opponeva il Gran Cancelliere, von Boeselager, silurato brutalmente dai vertici per non aver impedito la distribuzione di preservativi in una missione umanitaria, all’ala conservatrice e anglofona della congregazione, rappresentata dal Gran Maestro Festing e dal patrono card. Raymond Leo Burke, tra i più feroci oppositori di papa Francesco, concludendosi con le dimissioni dello stesso Festing dopo che l’inchiesta condotta da una commissione ad hoc guidata da già allora da Tomasi aveva dimostrato l’assoluta innocenza di Boeselager. All'epoca, papa Francesco aveva avocato definitivamente alla Santa Sede il conflitto delegando la questione nientemeno che al numero due della Segreteria di Stato, sostituto per gli Affari generali, mons. Giovanni Angelo Becciu.
Nell'aprile 2018, era stato eletto come luogotenente del Gran Maestro Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto, che sarebbe resto in carica ad interim per un anno. Si era trattato di un rafforzamento del legame con la Santa Sede dal momento che il neoeletto era fratello del Presidente del Tribunale della Città del Vaticano, impegnato con il caso Vatileaks, Giuseppe Dalla Torre, nonché nipote dell’ex direttore dell’Osservatore Romano, l’omonimo conte Giuseppe Dalla Torre.
Lo stesso anno, Festing aveva incolpato pubblicamente della crisi, in un'intervista al settimanale inglese The Tablet, il superconservatore e oppositore di Francesco card. Raymond Leo Burke (al tempo patrono dell'Ordine, da quando nel 2014 Francesco gli aveva tolto gli incarichi in Curia e lo aveva "sistemato" presso i Cavalieri di Malta, depotenziandolo; e Burke non glielo aveva perdonato) e il card. Gerhard Ludwig Müller, all'epoca del conflitto prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede; La CDF, sosteneva Festing, «sapeva molto bene cosa stava succedendo» nell'Ordine. Burke, dal canto suo, aveva usato il suo ufficio per i giochi di potere ecclesiastici, suggeriva Festing. «Il cardinale sperava che l'Ordine gli servisse per diffondere la sua immagine della Chiesa, un'immagine tradizionalista», e Boeselanger non rientrava in questa visione, affermava una fonte sul Tablet. Alla fine von Boeselager era stato rimosso con una sorta di impeachment. Burke è ancora formalmente il patrono dell'Ordine, ma "de facto sospeso" dal 2017.
Dalla Torre cominciò ad attuare una riforma, ma morì nell'aprile 2020 e al suo posto venne eletto luogotenente interinale Ruy Gonçalo do Valle Peixoto de Villas Boas. La pandemia di coronavirus e la destituzione dell'ex delegato dell'Ordine, Becciu, ritardarono notevolmente l'avvento di un nuovo corso. È così che nell'autunno 2020 Francesco ha affidato a Tomasi l'autorità di «risolvere tutti i conflitti interni» e di convocare l'elezione di un nuovo Gran Maestro, e lo scorso ottobre gli ha conferito nuovi poteri consentondogli di agire, «se necessario, anche in deroga alla carta costituzionale applicabile e al codice dell'Ordine». Tomasi, dovrà deliberare una nuova costituzione e codice e riformare gli organi dell'ordine conformemente ai nuovi testi legislativi.
L'attuale Luogotenente Gran Maestro è dall'autunno 2020 il bresciano Marco Luzzago, parente di papa Paolo VI, che sembra temere, dalla nuova riforma, una perdita della sovranità di diritto internazionale, preoccupazione condivisa da von Boeselager, tornato Gran Cancelliere nel 2017. «È questa sovranità che ha consentito all'Ordine di Malta di sviluppare una vasta rete di relazioni internazionali attraverso la propria diplomazia, dedicata al costante sostegno della sua missione umanitaria secolare», ha affermato Luzzago. In questo contesto, ha anche annunciato che nelle prossime settimane sono previsti ulteriori incontri per analizzare ed esaminare le questioni aperte della riforma religiosa. Inoltre, sarà convocato un Capitolo generale straordinario per approvare la riforma «non appena sarà raggiunto il consenso più ampio possibile su tutte le questioni importanti».
Insieme alla Santa Sede e al Comitato Internazionale della Croce Rossa, l'Ordine è l'unico soggetto non governativo originario di diritto internazionale. Sulla base del suo riconoscimento ai sensi del diritto internazionale, mantiene relazioni diplomatiche con 112 Stati. Comprende 13.500 membri maschi e femmine dell'ordine e circa 120.000 dipendenti e porta avanti iniziative a carattere benefico e assistenziale nel mondo.
* Foto di Giorgio Minguzzi tratta da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza
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