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Dove non può la fede può l'amor di patria: strani riposizionamenti delle Chiese ortdosse ucraine antagoniste

Dove non può la fede può l'amor di patria: strani riposizionamenti delle Chiese ortdosse ucraine antagoniste

Può stupire, ma non è propriamente un’identità di vedute quella fra la Chiesa ortodossa russa (del patriarca Kirill) e la Chiesa ortodossa ucraina (del metropolita Onofrio). Eppure quest'ultima è sotto il Patriarcato di Mosca che ricade, tanto che l’acronimo della Chiesa ucraina è UOC-MP, dove quel MP sta per Patriarcato di Mosca.

In più, per l'amore che portano alla patria ucraina, si sta registrando un qualche tipo di avvicinamento fra la UOC-MP e la Chiesa ortodossa ucraina indipendente (UOC, in scisma con il Patriarcato di Mosca dopo essere stata riconosciuta dal Patriarcato di Costantinopoli) che nulla vuole avere a che fare con Mosca. Andiamo con ordine.

Kirill, nella preghiera domenica 27 febbraio in cattedrale, non ha condannato l’invasione dell’Ucraina avviata da Putin il 24 febbraio, si è limitato a chiedere a Dio protezione «dalla guerra intestina» per «le persone che fanno parte dell'unico spazio della Chiesa ortodossa russa», cioè sia i russi che gli ucraini, ritenendo che siano fedeli di un’unica Chiesa .

Onofrio il 26 febbraio ha inviato a tutti i vescovi della UOC-MP una preghiera che fosse letta il giorno successivo nelle liturgie domenicali di ogni chiesa e monastero. Rivolta a Gesù Cristo, la preghiera fra l’altro dice: «Guarda, o Uomo Misericordioso, con il tuo occhio amorevole il nostro popolo, che è nel dolore, e custodisci nella pazienza dei disperati, coloro che hanno lasciato le loro case e i loro villaggi per bisogno». E anocra: «Concedici la tua grazia onnipotente: rendi sagge le autorità, rafforza con il coraggio del nostro esercito, aiutalo in tutto ciò che è buono…» .

Peter Anderson, avvocato in pensione a Seattle, Washington, giornalista che segue gli eventi del mondo ortodosso e collabora con Inside the Vatican, ci informa che però Il 24 febbraio, lo stesso Onofrio, pur legato a Mosca, aveva pronunciato un discorso in cui affermava: «In questo tragico momento, esprimiamo il nostro speciale amore e sostegno ai nostri soldati che stanno a guardia, proteggono e difendono la nostra terra e il nostro popolo». Per diversi giorni dopo questo discorso, il sito web ufficiale dell'UOC-MP non ha detto nulla in sostegno ulteriore allo sforzo militare dell'Ucraina, dedicando piuttosto la sua attenzione a questioni come l'accusa di sostenitori della Chiesa ortodossa ucraina indipendente di aver picchiato un sacerdote e distrutto una casa di preghiera dell'UOC-MP. Il silenzio sulla difesa del Paese fa perciò pensare che la UOC-MP abbia deciso di uniformarsi al Patriarcato di Mosca e tacere quell’iniziale appoggio patriottico contro l’aggressione russa (al contrario di quanto faccia il metropolita Epifanio dell'avversaria Chiesa ortodossa ucraina indipendente).

Se Onofrio ha espresso la sua solidarietà all’esercito ucraino, il giorno dell'invasione p. Mykola Danilevich, vice capo del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne dell'UOC-MP, sul suo canale Telegram è arrivato a condannare il presidente russo: «Putin ha attaccato a tradimento il nostro Paese! Benediciamo tutti per la difesa dell'Ucraina!». Qualche giorno di silenzio e poi Danilevich è tornato sulla difesa del Paese, citando Napoleone – «Non bastano le forze armate per difendere il Paese, mentre un Paese difeso dal popolo è invincibile» – e facendo un «appello personale ai simpatizzanti e ai credenti dell'UOC», perché, ha scritto, «siamo tutti sulla stessa barca. (…). Siamo tutti cittadini ucraini, uniamoci in difesa dello stato e mettiamo da parte le reciproche rivendicazioni. Il vero patriottismo oggi è nell'unità e nell'aiutare lo Stato» 

La possibilità che l'invasione dell'Ucraina – è il sospetto di Anderson – possa creare una crepa tra la Chiesa ortodossa russa a Mosca e l'UOC-MP «deve essere molto evidente al patriarca Kirill». Il 27 febbraio, infatti, Kirill ha, fra le altre cose, parlato del pericolo della divisione: «Oggi – ha affermato – abbiamo anche bisogno dell'unità: l'unità con i nostri fratelli e sorelle in Ucraina. Siamo consapevoli delle difficili circostanze incontrate oggi dalla Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca. Ho pregato in modo particolare oggi per Sua Beatitudine il Primate [Onofrio] e certamente per tutto l'episcopato e tutto il popolo fedele dell'Ucraina; e vi invito a elevare anche queste preghiere». 

*Cattedrale di San Michele, Kiev. Foto tratta da wallpaperflare.com, immagine originale e licenza

 

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