
Quale guerra? Il patriarca di Mosca in videochiamata con il papa parla solo di pace
CITTÀ DEL VATICANO-ADISTA. L’uno condanna l’invasione dell’Ucraina, l’altro la giustifica https://www.adista.it/articolo/67710. Quale maggiore distanza fra papa Francesco e Kirill?! E tuttavia, se si chiede il dialogo fra i due Stati combattenti, tanto più il dialogo è da affrontare fare le Chiese “combattenti”, la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa russa. Anche in questo caso bisogna parlare di avvio di dialogo, e per mettere nero su bianco i punti convergenza. Questo il senso della videochiamata avvenuta il16 marzo fra i capi delle due Chiese, che ha trovato d’accordo i presenti sull'eccezionale importanza del processo negoziale in corso, sul raggiungimento al più presto di una pace giusta, sugli aspetti umanitari dell'attuale crisi, su come le due Chiese dovranno agire per superarne le conseguenze.
Le differenze emergono invece dalle rispettive comunicazioni dell’evento: il comunicato del Patriarcato e il resoconto fattone dal direttore della Sala stampa vaticana, Matteo Bruni. In essi, rileva Gianni Cardinale sul sito di Avvenire (16/3), «per alcune affermazioni del papa si specifica la coincidenza di vedute con Kirill (“il Papa ha convenuto”, “convenendo con il patriarca”), per altre no».
Questo il breve comunicato russo:
«Il 16 marzo 2022, Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill ha avuto un colloquio con Papa Francesco. Ha preso parte alla conversazione il Metropolita Hilarion di Volokolamsk, presidente del Dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne. Era presente il capo del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani, il cardinale Kurt Koch, della Chiesa cattolica romana. Sua Santità ha salutato cordialmente il Primate della Chiesa Cattolica Romana, esprimendo soddisfazione per la possibilità di organizzare un colloquio. Inoltre, ha avuto luogo una discussione dettagliata della situazione sul suolo ucraino. Particolare attenzione è stata rivolta agli aspetti umanitari dell'attuale crisi e alle azioni della Chiesa ortodossa russa e della Chiesa cattolica romana per superarne le conseguenze. Le parti hanno sottolineato l'eccezionale importanza del processo negoziale in corso, esprimendo la loro speranza per il raggiungimento al più presto di una pace giusta. Papa Francesco e il patriarca Kirill hanno discusso anche di alcune questioni attuali della cooperazione bilaterale».
Dice la nota vaticana che il colloquio è stato incentrato sulla «guerra in Ucraina e il ruolo dei cristiani e dei loro pastori nel fare di tutto perché prevalga la pace». Il papa «ha ringraziato il patriarca per questo incontro, motivato dalla volontà di indicare, come pastori del loro popolo, una strada per la pace, di pregare per il dono della pace, perché cessi il fuoco». «Siamo pastori dello stesso santo popolo che crede in Dio, nella Santissima Trinità, nella Santa Madre di Dio: per questo dobbiamo unirci nello sforzo di aiutare la pace, di aiutare chi soffre, di cercare vie di pace, per fermare il fuoco». Il comunicato riferisce che «entrambi hanno sottolineato l’eccezionale importanza del processo negoziale in corso». Solo il papa invece, ha rimarcato che «chi paga il conto della guerra è la gente, sono i soldati russi ed è la gente che viene bombardata e muore». «Come pastori – ha continuato il Papa – abbiamo il dovere di stare vicino e aiutare tutte le persone che soffrono per la guerra. Un tempo si parlava anche nelle nostre Chiese di guerra santa o di guerra giusta. Oggi non si può parlare così. Si è sviluppata la coscienza cristiana della importanza della pace».
Il comunicato della Sala Stampa segnala che, «convenendo con il patriarca», il papa ha rilevato che «le Chiese sono chiamate a contribuire a rafforzare la pace e la giustizia» e ha concluso dicendo che «le guerre sono sempre ingiuste. Perché chi paga è il popolo di Dio. I nostri cuori non possono non piangere di fronte ai bambini, alle donne uccise, a tutte le vittime della guerra. La guerra non è mai la strada. Lo Spirito che ci unisce ci chiede come pastori di aiutare i popoli che soffrono per la guerra». Il comunicato del Patriarcato, è da sottolineare, riassume riferendo che entrambi hanno espresso «la speranza per il raggiungimento al più presto di una pace giusta». L’argomento guerra Kirill l’ha superato a piè pari.
Indipendentemente dalla videochiamata, Francesco e Kirill hanno, praticamente in contemporanea, chiesto l'intercessione della Madonna per l'umanità ferita: il primo ha deciso di consacrare Russia e Ucraina al Cuore Immacolato di Maria (la sua preghiera sarà formulata il 25 marzo); il secondo ha invitato la Chiesa tutta a rivolgere occhi e preghiere alla «incessante intercessione materna» perché «il Signore amante dell'umanità inclini la sua misericordia ai nostri popoli e doni una pace forte e resistente».
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