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La guerra in Ucraina sdogana la corsa alle armi, anche in Italia

La guerra in Ucraina sdogana la corsa alle armi, anche in Italia

ROMA-ADISTA. La guerra in Ucraina e la “retorica armata” di questi giorni, sospinta da media e discorsi politici, sembra aver sfondato definitivamente il muro di resistenza faticosamente costruito da movimenti per la pace, mondo cattolico e società civile, che in Italia invocano da anni un percorso di smilitarizzazione e disarmo delle relazioni internazionali, nella consapevolezza che la pace si può ottenere solo smettendo di “preparare la guerra” e che le armi, anche quelle acquistate e accumulate negli arsenali degli Stati, portano solo tensione, morte e distruzione. E un giro di affari di notevole interesse per le solite note lobby dell’industria armiera.

E così, ieri alla Camera, è successo qualcosa che mai ci si sarebbe aspettati da una classe politica attenta e lungimirante, capace di far tesoro di una pandemia che ha rivelato le carenze strutturali della spesa pubblica per il sistema sanitario, il sostegno alle famiglie, la scuola pubblica, la cooperazione e, non ultima, la tutela ambientale: una maggioranza bulgara di 391 deputati di Pd, Fratelli d’Italia, Italia Viva, Movimento 5 Stelle e Forza Italia ha votato a favore di un Ordine del Giorno collegato al “Decreto Ucraina” (testo integrale sul sito di Mil€x), presentato dal leghista Roberto Paolo Ferrari, che chiede l’aumento progressivo della spesa per la Difesa fino al raggiungimento dell’obiettivo del 2% del Pil entro il 2024 (al momento è poco oltre l’1,5%), come stabilito per i Paesi membri della NATO su pressione del partner statunitense. Solo 19 i deputati che hanno votato contro: gli ex pentastellati confluiti in Alternativa e i deputati di Sinistra italiana ed Europa verde.

Decisione eticamente inaccettabile

E proprio in una nota di Europa Verde https://europaverde.it/2022/03/16/spese-militari-abbiamo-votato-contro-laumento/, Angelo Bonelli ed Eleonora Evi (i due portavoce), insieme ai 4 deputati del gruppo green Cristian Romaniello, Devis Dori, Elisa Siragusa e Paolo Romano tacciano come «vergognosa la richiesta dell’aumento di spese militari reclamata»: «Ricordiamo – aggiungono – che i 27 Paesi dell’Unione Europea già oggi, secondo i dati SIPRI di Stoccolma, spendono 233 miliardi di dollari l’anno in spese per gli armamenti, che è più del triplo di quello che spende la Russia. In questi anni le spese militari sono cresciute del 9,6%: si tratta di una scelta eticamente inaccettabile di fronte alla grave crisi sociale e ambientale. La Camera, con questa scelta che riteniamo inaccettabile, rinuncia a finanziare e a sostenere la crescita sociale ed economica del nostro paese prediligendo le armi». I deputati verdi denunciano anche l’irrazionale disinteresse dimostrato dalla maggioranza dei deputati italiani per la costruzione di una Difesa comune europea, che punti a integrare e coordinare gli sforzi isolati di 27 eserciti e di razionalizzare la spesa militare in tutta Europa. Di spendere quindi meno e meglio.


* Immagine di United States Department of Defense SSGT Phil Schmitten, tratta dal sito Commons Wikimedia. Licenza e immagine originale. La foto è stata ritagliata. Le utilizzazioni in difformità dalla licenza potranno essere perseguite

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