Nessun articolo nel carrello

Religioni, secolarizzazione e pandemia: una questione spirituale… ma anche materiale

Religioni, secolarizzazione e pandemia: una questione spirituale… ma anche materiale

Chiese vuote, immobili in perdita, calo delle vocazioni, congregazioni che corrono ai ripari con riorganizzazioni e “fusioni”, abbandono dei fedeli: il fenomeno della secolarizzazione avanza inesorabile in tutto il mondo, accelerato anche dalla pandemia, e le confessioni religiose devono avviare in tempi rapidi una seria riflessione. Questo il tema al centro dell’approfondimento firmato da Mariaflavia Cascelli sul sito di Futura Network, portale promosso dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), che affronta il dibattito dei mutamenti storici che attraversano questi anni caratterizzati dalla pandemia, dal cambiamento climatico e dallo sviluppo della tecnologia, offrendo spunti di indagine per la formulazione di strategie politiche capaci di pensare a lungo termine, garantendo al pianeta e alle future generazioni un futuro sostenibile.

Nell’articolo pubblicato ieri, l’analista riferisce i dati diffusi dall’Economist l’8 gennaio e un sondaggio Gallup dell’anno scorso, nei quali si racconta, dati alla mano, il calo costante della frequenza e della partecipazione dei cittadini statunitensi alle funzioni religiose, accompagnato dal bisogno delle religioni di «sviluppare una maggiore sintonia con le esigenze dei fedeli, per accostarsi ai loro gusti e risultare quanto più possibile “seducenti”».

Di particolare interesse la sezione dell’articolo dedicata ai beni immobili delle religioni: Vaticano, Scientology, Testimoni di Geova, buddisti thailandesi, ecc. si confrontano continuamente con l’andamento dei prezzi di mercato e con la gestione degli immobili resa sempre più problematica da una partecipazione sempre più bassa (e quindi del decrescente introito di donazioni pecuniarie) e dai crescenti costi delle utenze. «Negli ultimi dieci anni – si legge nell’inchiesta – si stima che nel Regno Unito ogni anno abbiano chiuso più di duecento edifici ecclesiastici, e che altre centinaia potrebbero essere venduti o demoliti. Anche in America decine di migliaia di edifici rischiano di chiudere i battenti; negli ultimi due decenni sono state chiuse quasi un terzo delle sinagoghe».

Molti giovani continuano ad “esercitare” il loro bisogno di spiritualità, ma trovano sbocchi non tradizionali, come ad esempio le meditazioni e lo yoga. Inoltre il Covid ha “spostato” online molte funzioni di diverse religioni, che hanno raccolto moltissimi “like” ma hanno anche svuotato gli edifici di culto, modificandone l’utilità pubblica e rendendone di fatto la gestione più difficoltosa. «Ne deriva una diffusa tendenza, da parte dei gruppi religiosi, a vendere e affittare immobili di proprietà a un ritmo più sostenuto rispetto a prima». Insomma, spiega Cascelli, «la pandemia, conclude l’Economist, ha quindi costretto le organizzazioni religiose del mondo a fare il punto della situazione sulle risorse materiali, oltre che su quelle spirituali».

Leggi l’articolo integrale sul sito di Futura Network

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

Sostieni la libertà di stampa, sostieni Adista!

In questo mondo segnato da crisi, guerre e ingiustizie, c’è sempre più bisogno di un’informazione libera, affidabile e indipendente. Soprattutto nel panorama mediatico italiano, per lo più compiacente con i poteri civili ed ecclesiastici, tanto che il nostro Paese è scivolato quest’anno al 46° posto (ultimo in Europa Occidentale) della classifica di Reporter Senza Frontiere sulla libertà di stampa.