
Rom e sinti italiani, tra mancato riconoscimento e discriminazione: un appello al Parlamento
La legislazione del nostro Paese, in piena coerenza con il dettato costituzionale, riconosce e tutela ufficialmente 12 minoranze storico-linguistiche, con circa 2.5 o 3 milioni di concittadini suddivisi tra albanesi, catalani, croati, francesi, francoprovenzali, friulani, germanici, greci, ladini, occitani, sardi, sloveni. «L’unica non riconosciuta è la nostra», accusa un appello dell’associazione “Kethane. Rom e Sinti per l’Italia”. Per lo Stato italiano – si legge ancora nel testo che è possibile firmare online – i circa 150mila rom e sinti sparsi sul territorio nazionale rappresentano «soltanto un problema sociale o un problema di sicurezza», come se non fossero «cittadini italiani presenti sul territorio italiano da sei secoli con le propria lingua, cultura e modo di vivere».
«Il nostro riconoscimento – spiegano gli estensori dell’appello rivolto alla classe politica italiana – non è soltanto una questione ideologica e simbolica, di rispetto della Costituzione italiana, ma è anche lo strumento per affrontare e riconoscere in modo positivo le nostre specificità e il nostro contributo alla società italiana. Con il riconoscimento migliorerebbe la vita materiale dei rom e sinti italiani e di conseguenza, migliorerebbe la società italiana».
Sono quattro i principi chiave intorno ai quali l’associazione intende lanciare una «campagna nazionale» per il riconoscimento dei rom e dei sinti italiani: «Tutela del patrimonio linguistico-culturale»; «riconoscimento della cultura di rom e sinti nell’esercizio delle manifestazioni legate alla libertà religiosa, alle tradizioni della minoranza, alle modalità di abitare»; istituzione di «norme che sanzionino l’antiziganismo e le azioni discriminatorie»; infine, «l’incentivo e la tutela delle associazioni di rom e sinti».
Con atteggiamento discriminatorio, e nonostante i disegni di legge depositati in Parlamento, lo Stato ancora oggi nega alla minoranza rom e sinta italiana le stesse tutele che garantisce alle altre minoranze e, in questo modo, «impedisce un efficace contrasto a discriminazione e pregiudizio, alle campagne d’odio e di strumentalizzazione politica che sono causa della mancata inclusione e della conseguente marginalizzazione sociale, civile ed economica».
È possibile leggere e firmare l’appello di Kethane seguendo questo link
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