
Se vuoi la pace, investi nella pace, non nelle armi! Al via le GDAMS 2022
Le cifre sono da capogiro: 1,98 trilioni di dollari spesi nel 2020 per le forze armate in tutto il pianeta. Ma a che scopo? La storia di questi tempi oscuri, afferma la Rete Italiana Pace e Disarmo in un comunicato di ieri, suggerisce che l’aumento delle armi nel mondo non porta pace e sicurezza, ma solo morte e devastazione, anche ambientale. «Questi bilanci gonfiati per le armi e la guerra ci hanno tenuti impantanati in cicli di violenza», si legge nella nota che chiede «ai governi di tutto il mondo di tagliare le spese militari e di investire invece nella sicurezza comune e umana. Dobbiamo dare fondi alla Pace!».
Give Peace a Budget è lo slogan che guida quest’anno le “Giornate Globali di azione sulle spese militari” (Global Days of Action on Militari Spendig-GDAMS 2022), che si celebrano dal 13 aprile al 12 maggio 2022. Anche questa undicesima edizione delle GDAMS è stata promossa dalla “Global Campaign On Military Spending” (GCOMS), iniziativa internazionale promossa dall'International Peace Bureau, copresieduto da Lisa Clark, che raccoglie 100 organizzazioni di 35 Paesi del mondo (tra le quali anche la Rete Italiana Pace e Disarmo) impegnate sul territorio «per sensibilizzare e cambiare politica e pratiche di governo in materia di spesa militare».
«L’invasione militare della Russia in Ucraina a febbraio ha evidenziato i difetti di un approccio militarista agli affari internazionali e alla sicurezza», sottolinea la Rete Italiana Pace e Disarmo, invitando a partecipare alle GDAMS 2022. «Nonostante questo, la maggior parte dei politici e dei media continuano a spingere per soluzioni incentrate sulla proiezione del potere militare e sulla deterrenza, da finanziare con budget militari ancora più alti».
La spesa militare e la retorica militarista non portano sicurezza, accusa ancora la Rete, e infatti «la spesa militare collettiva dei membri della NATO, che è 18 volte quella della Russia, non ha impedito al presidente Putin di invadere l’Ucraina». Eppure, in questo periodo, i Paesi NATO, di fronte alla guerra in Ucraina, hanno deciso di destinare il 2% del loro Pil alle spese militari: la corsa agli armamenti, avverte la Rete, «non ha funzionato in passato e non funzionerà mai». Tutto ciò è poi confermato allargando lo sguardo oltre l’Ucraina, e scoprendo i danni dell’ntervento straniero militare in Paesi come Afghanistan, Siria, Yemen, Palestina, Libia, ecc.
Soldi rubati a pace, ambiente e salute
La militarizzazione e la corsa agli armamenti, spiega ancora la nota, «distrugge la fiducia tra popolazioni e mina gli sforzi di cooperazione tra i Paesi», quando invece è proprio a partire dalla cooperazione tra i popoli e dal multilateralismo che si può costruire una nuova sicurezza e pace globale. Per questo «i governi devono investire e legittimare queste alternative». E invece, mentre la spesa militare cresce ogni anno di più, «la costruzione della pace è ancora poco finanziata» e poco valorizzata. Allo stesso modo, nonostante gli avvertimenti degli scienziati Onu, i capitali investiti in armi sono sottratti anche alle misure che dovrebbero essere messe in campo per il contenimento del riscaldamento globale e per rendere il pianeta un posto ancora abitabile. Infine, «la pandemia di COVID-19 degli ultimi due anni è stata un’altra potente illustrazione della disperata necessità di riallocare le risorse pubbliche e di investire nella sanità e nel benessere di tutti».
Insomma, ribadisce la Rete nel comunicato che annuncia le GDAMS 2022, «Le spese militari non ci tengono al sicuro e impediscono la collaborazione globale che è essenziale per il benessere umano. Per tutto questo, chiediamo alla società civile e ai media di chiedere con forza importanti riduzioni delle spese militari, invece degli aumenti annunciati in molti Paesi. Domandiamo che i governi riducano le loro spese militari e impegnino invece i fondi per la sicurezza comune e umana, investendo nei veri bisogni delle persone e del pianeta per costruire una pace giusta e sostenibile. Per darle una possibilità, dobbiamo dare fondi alla pace. To give it a chance, we need to give peace a budget».
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