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"Riflessione dopo la lettera del Vescovo di Verona ai suoi preti": le osservazioni di un cittadino e attolico

Claudio Veronesi è nato e risiede a Verona. È un cattolico impegnato in ambito sociale a livello diocesano e cittadino, e svolge il lavoro di dirigente d'Azienda. Letto il testo della lettera inviata, a ridosso del secondo turno delle amministrative del 26 giugno, ai preti della diocesi da mons. Giuseppe Zenti (vescovo di Verona fino a sabato 2 luglio, quando è stato nominato il successore nella persona di mons. Domenico Pompili), ha preso carta e penna e ha scritto la "Riflessione" che volentieri pubblichiamo di seguito.

Come un cittadino comune dovrebbe fare cerco di vivere e partecipare al meglio alla vita sociale contribuendo come posso al bene comune. So che il contesto sociale è luogo privilegiato di relazioni costruttive per un benessere collettivo e condiviso.

Ho letto l’esortazione del Vescovo indirizzata ai sacerdoti in periodo di elezioni amministrative. Forse doveva rimanere circoscritta, ma è stata resa pubblica, quindi mi sento di intervenire per contribuire a contestualizzare la tematica sollevata dall’autore oltre al ruolo della Chiesa locale in questo periodo storico.

Vorrei porre la mia riflessione sul piano della coerenza nello spirito evangelico, quello che riconosce a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio, quello che ci aiuta a capire chiaramente da che parte starebbe Dio in un momento come questo. Mi domando sempre “chi sono gli ultimi” perché credo che la cerchia degli ultimi si sia allargata molto in questo periodo storico. Ho domande alle quali non so rispondere serenamente e che mi mettono in crisi in quanto non trovo coerenza sui contenuti e sulle modalità espressive nella lettera:

  • mi domando perché la Chiesa locale interviene ripetutamente nel periodo delle elezioni e non durante tutti gli altri periodi sulla vita pubblica e politica;  
  • mi domando dov’era la Chiesa locale quando tutte le ultime amministrazioni comunali decidevano di andare contro il Creato tagliando alberi, demolendo spazi verdi, privatizzando e cementando luoghi di incontro naturali pubblici;
  • mi domando dov’era la voce della Chiesa a tutela delle minime dignità che una persona deve mantenere quando le amministrazioni non facevano niente contro l’inquinamento che uccide e danneggia la salute dell’uomo, quando per il guadagno di pochi ricchi toglievano gli spazi di incontro di quartiere rigenerandoli ad edifici ad uso privato e portando al degrado sociale i territori;
  • mi domando dov’era la Chiesa a difesa del creato, così raccomandati e ben auspicati nella Laudato Si di Papa Francesco. Eppure, se leggiamo assieme il magnifico cap 4° di questa Enciclica, ci sembrerà che il Papa abbia scritto proprio della nostra Verona e dei suoi quartieri. Ma ripeto, cosa faceva la Chiesa locale in quei momenti, e perché non ha parlato chiaro alle amministrazioni locali pro persone e famiglie rivendicando il diritto alla salute, agli spazi verdi, ad una programmazione del verde nelle città, allo sviluppo di luoghi di incontro.

Ora, se leggo alcuni fatti degli ultimi anni, pare chiaro che solo in rarissimi e singoli casi i sacerdoti hanno ricordato l’importanza del rispetto del Creato. Perché, se non leggo male gli avvenimenti, la Chiesa non ha preso posizione a Verona a tutela del verde e dei luoghi di incontro nei quartieri limitrofi alla città nel rispetto del diritto minimo di vivere in salute in un contesto dignitoso così come sollecitato dal Papa. Ci sono luoghi dove a Verona è davvero brutto viverci e questo grazie al nostro silenzio.

Durante la pandemia Covid non ho sentito la Chiesa esprimere la sua voce affinchè non vadano offesi i medesimi diritti sociali, in particolare verso il lavoro. Le cose sono andate come tutti conosciamo ed ora ci sono situazioni di divisione tra le persone, discriminazioni sociali tra chi è vaccinato e chi no. Anche all’interno delle parrocchie vi sono state chiusure di alcune attività a chi non vaccinato. Io credo che una Chiesa sia e debba essere un luogo di incontro prima di tutto aperto, unico, bellissimo, accogliente, universale. Eppure ha accettato che le disposizioni di Governo frammentassero le popolazioni al punto tale che all’interno delle nostre famiglie vi fossero divisioni tra pensieri diversi, perché? Eppure, sempre di famiglia parliamo, la stessa di quella citata nella lettera del Vescovo. Perché siamo rimasti zitti ed è stato permesso che il pensiero dominante e comune fosse quello decretato dalle televisioni e da media governati magistralmente da una unica fonte di informazione? Perché non abbiamo rispettato la libertà di altre opinioni e siamo rimasti in disparte in silenzio?

Perché è stato consentito (rimanendo zitti di fatto non si avvalla e si accetta il contesto) che il diritto allo studio degli universitari anche a Verona sia negato ai non vaccinati? Dov’era la chiesa che tutela i diritti minimi dell’uomo, dov’era l’attenzione ad una civiltà basata sulla dignità e sull’uguaglianza delle persone? Non sto parlando di principi presenti nella nostra Costituzione, ma di valori intrinsechi all’uomo, senza i quali l’uomo stesso ne rimane offeso. E mi chiedo, con sofferenza, se anche questi uomini, che di fatto sono offesi nelle loro dignità dalle amministrazioni o dalle nostre comunità, siano anch’essi gli ultimi del Vangelo.

Quando la Chiesa rimane zitta il popolo soffre. Scusate, ma io mi sento parte del popolo. Ritengo che la Chiesa debba dire da che parte bisogna stare per la tutela dei minori e degli ultimi, per il raggiungimento della giustizia sociale, dei diritti calpestati come quello alla salute (se verrà privatizzata molti non ne avranno accesso), alla scuola, all’acqua bene di Dio che purtroppo verrà privatizzata a beneficio di pochi ricchi e a danno delle genti. Come è possibile permettere di privatizzare un bene di Dio? Come è possibile fermare questa distruzione del creato?

Come Giovanni nel deserto gridava ai potenti, perché la Chiesa locale non alza la voce contro la pessima gestione della sanità, contro le aziende che assumono con contratti capestro e pagano solo la metà in regola, perché ha lasciato che la bella Verona venga cementificata ed espropriata degli spazi verdi, luoghi di salute e di incontro, perché non ha alzato la voce contro il degrado dei quartieri, zone inquinate e dominio di auto.

Cara Chiesa, non trovo coerenza, oggi per le amministrative parli, per anni invece sei rimasta in silenzio …

E poi, le nostre chiese si svuotano di anno in anno, la nostra catechesi è stanca, forse anche perché non ha radici negli spazi dove l’uomo risiede e dove le persone hanno bisogno? Forse anche perché non è attuale, non rispondente a veri fabbisogni essenziali dell’uomo, come la difesa dei propri diritti, la dignità, il diritto ad un pezzo di pane, allo studio e alla salute? Forse anche perché non difende in maniera chiara la dignità, la giustizia?

Per fortuna o per necessità le cose vanno comunque avanti e constato comunque la bellezza di migliaia di volontari nella nostra città e nei quartieri che si battono per i diritti minimi, per la tutela del creato, per l’emergenza ambientale, per la tutela del verde e della salute degli uomini. Queste, a mio modo di vedere, sono le persone concrete, spesso dimenticate dalle amministrazioni e dalla gerarchia, che Papa Francesco nella Laudato Si identifica come persone lodevoli perchè cercano di “applicare giornalmente” la speranza cristiana di un mondo più giusto e bello di quello che stiamo oggi tollerando in silenzio.

Buon proseguimento, comunque.

Verona, 30/006/2022                                                                                              Claudio Veronesi*Il Ponte Pietra a Verona. Foto di stefano riverberi, tratta da pixabay.com, immagine originale e licenza

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