
Oxfam-DFI: negli anni della pandemia le disuguaglianze sono cresciute. Anche in Italia
Tra il 2020 e il 2021, negli anni della pandemia, il virus della disuguaglianza è cresciuto a dismisura, soprattutto nelle aree più fragili del pianeta, senza incontrare un adeguato contrasto di interventi pubblici. È successo per esempio che, proprio durante il periodo di maggior sovraccarico dei sistemi sanitari pubblici, «metà dei Paesi a basso e medio-basso reddito ha registrato una contrazione della spesa sanitaria, in rapporto alla spesa pubblica complessiva». È successo, anche, che il «77 dei 161 Paesi analizzati sono stati interessati da tagli alla spesa sociale e il 70% dei Paesi ha ridotto la propria spesa per l’istruzione». E poi, a fronte della crisi multisistema e dell’aumento delle disuguaglianze sociali in tutto il mondo, la quasi totalità dei Paesi considerati, ben il 95%, «non ha aumentato il prelievo fiscale su redditi e patrimoni più elevati o sugli extra-profitti realizzati dalle grandi multinazionali». Il recente rapporto di ricerca curato da Oxfam e Development Finance International (DFI) è, numeri alla mano, una grande accusa senza appello contro l’inadeguatezza politica globale a sovvertire le regole del gioco che, di fronte all’emergenza pandemica negli anni 2020-2021, hanno condotto il pianeta verso il baratro, non solo sanitario, ma anche umanitario, sociale ed economico, acuendo livelli di disuguaglianza già prima insostenibili.
Il contesto italiano
Interessante il caso italiano, dove la politica ha tamponato con interventi compensativi mirati che «hanno contribuito ad attenuare le disuguaglianze di reddito nel primo biennio pandemico». Ma «ciò non deve tuttavia indurre all’ottimismo», avverte Oxfam Italia nella nota di presentazione del rapporto: «La riduzione delle disparità – spiega infatti – si è accompagnata con un calo dei redditi per una quota ampia della popolazione meno abbiente. Le sfide del momento (la crisi energetica, la crescente inflazione e i rischi di recessione) rischiano di qui in avanti di esacerbare ulteriormente le disparità». E quindi disuguaglianze – pure tante – anche nell’Italia che ha appena votato il nuovo Parlamento.
«Mentre non è ancora noto come il nuovo Governo intenderà agire contro il caro-energia e il caro-vita, desta allarme la sottovalutazione dei divari economici e sociali che lacerano il nostro Paese e l’indifferenza verso efficaci ed eque misure politiche redistributive e pre-distributive in grado di porvi rimedio», spiega Mikhail Maslennikov, policy advisor su giustizia economica di Oxfam Italia. Pensando alle politiche fiscali, del lavoro e del welfare analizzate nel report, aggiunge Maslennikov, «non c’è da aspettarsi dalla nuova compagine governativa, stando ai programmi elettorali, un potenziamento della portata redistributiva del nostro sistema fiscale, interventi robusti orientati a promuovere minimi salariali adeguati, contrastare la povertà lavorativa, ridisegnare un welfare pubblico universalistico, al passo con le dinamiche demografiche e le trasformazioni del mercato del lavoro. Preoccupano inoltre le sorti del reddito di cittadinanza che invece di essere reso uno strumento di contrasto alla povertà più equo ed efficiente, rischia la cancellazione».
Leggi il report integrale The Commitment To Reducing Inequality Index 2022.
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