Alleanza contro la Povertà: i poveri siano priorità del nuovo governo
In occasione della “Giornata internazionale per l'eradicazione della povertà”, il 17 ottobre scorso, è riesploso il dibattito intorno al Reddito di Cittadinanza, che la maggioranza di centrodestra aveva duramente attaccato durante la campagna elettorale (minacciandone talvolta una chiusura definitiva) e che invece le forze sociali, laiche e cattoliche, chiedono di mantenere, di perfezionare e addirittura di estendere, in vista dell'allargamento della platea di poveri a causa di inflazione e recessione.
«Il contrasto alla povertà deve essere una priorità del nuovo Governo», afferma l’Alleanza contro la Povertà in Italia, rete della società civile alla quale aderiscono, tra le altre, associazioni e organizzazioni come Acli, Action Aid, Anci, Azione Cattolica, Cgil, Cisl, Uil, Cnca, Comunità di Sant’Egidio, Jesuit Social Network, Save the Children, Umanità Nuova-Movimento dei Focolari, Arci, Croce Rossa Italiana, Focsiv, Unitalsi (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali) e Comunità Giovanni XXIII.
A partire dai recenti dati Istat, secondo i quali il 9,4% degli italiani vivono in condizione di povertà assoluta, l’Alleanza sottolinea che l’Italia resta fanalino di coda in Europa nella classifica della lotta alla povertà, che non è solo economica ma multidimensionale (educativa, sanitaria, abitativa, relazionale). Di fronte a un quadro destinato ad aggravarsi a seguito della crisi innescata dalla guerra, il Reddito di Cittadinanza resta uno strumento fondamentale di sostegno ai poveri. «Certo la misura non è perfetta – riconosce la rete di associazioni – ma è impensabile tornare indietro. Al contrario il Reddito andrebbe migliorato, riformato e rafforzato», per «rendere la misura più capace di rispondere alla povertà degli individui e delle famiglie». Nella nota diramata il 17 ottobre, l’Alleanza avanza alcune proposte per riformare il RdC, elencando precise «modifiche dei requisiti all’accesso» (superare la penalizzazione delle famiglie numerose, superare la discriminazione per gli stranieri, flessibilità relativamente al patrimonio mobiliare); e «modifiche della presa in carico e della gestione» (analisi del destinatario e adeguamento ai bisogni multidimensionali senza automatismi, maggior interscambio e collaborazione tra servizi sociali, enti locali, centri per l’impiego ecc., percorsi efficaci e mirati riqualificazione e aggiornamento della potenziale forza lavoro, ecc.).
Tutte le proposte dell’Alleanza sono consultabili sul sito bit.ly/3CKm2zl.
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