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Navi dei migranti. Mani Tese: dal governo «dichiarazioni abominevoli» e provvedimenti incostituzionali

Navi dei migranti. Mani Tese: dal governo «dichiarazioni abominevoli» e provvedimenti incostituzionali

«Impedire a degli esseri umani di sbarcare a terra è contrario alla nostra Costituzione, alle leggi italiane, alla legge del mare e certamente a qualunque legislazione internazionale di protezione dei Diritti Umani». È il commento perentorio di Mani Tese, organizzazione da sempre impegnata nei Paesi più poveri per «contrastare le cause che costringono gli esseri umani ad abbandonare i loro luoghi di nascita per cercare un futuro migliore». Infelice anche la proposta di «classificare le persone» tra fragili e “residuali”, atteggiamento che «apre un enorme problema etico con cui dovremo tutti e tutte confrontarci».

Le prime mosse del nuovo governo in materia di migrazioni non piacciono all’organizzazione, che accusa l’esecutivo di sfruttare «a livello mediatico e di consenso elettorale» i naufraghi disperati soccorsi dalle navi delle Ong.

Gravi le responsabilità della politica italiana, che adotta provvedimenti restrittivi contro i migranti per «sviare l’attenzione dell'opinione pubblica dai molteplici e gravosi problemi attuali, dalle guerre allo sfruttamento nel mondo del lavoro, dalla crisi energetica fino all’indiscutibile surriscaldamento globale, alla fame e alla povertà. Sfide queste che, ignorate sistematicamente, sappiamo tutti e tutte essere alle radici delle migrazioni».

Secondo Mani Tese, nel caso delle 4 navi di Ong, il governo ha dimostrato «oltre alla superficialità, alla malafede e a un’ignoranza geografica, una posizione populista e strumentale, atta ancora una volta a instillare una percezione sbagliata e pericolosa, creando il ruolo di vittima del territorio italiano».

Locuzioni come “carico residuale”, “sbarchi selettivi” e “selezione dei fragili”, accusa ancora Mani Tese, «sono dichiarazioni abominevoli» che «ci riportano immediatamente ad altre dichiarazioni del passato recente, quando altri uomini e donne in stato di bisogno venivano classificati come “indecorosi” per le città. Classificare le persone apre un enorme problema etico con cui dovremo tutti e tutte confrontarci. Interpella l'educazione come la più grande barriera all'ignoranza e alla meschinità umana. Incrocia il tema sociale della reale integrazione tra le persone, resa sempre più difficile dalla carenza di alloggi disponibili, da un’assistenza sanitaria che fatica a dare risposte onnicomprensive e da un sistema di accoglienza palesemente deficitario».

Per queste ragioni, l’organizzazione ribadisce di schierarsi al fianco «delle organizzazioni che richiedono il diritto di ogni essere umano a muoversi tra un Paese e l’altro per i motivi più diversi, e concretamente rafforza le proprie attività sul territorio italiano atte all’inclusione di ogni singolo essere umano, senza distinzioni di provenienza, credo religioso e genere».

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