
I migranti, il governo e la legge del mare: la posizione del Tavolo Asilo
ROMA-ADISTA. Il Decreto interministeriale del 4 novembre, varato dal Ministero dell’Interno (Matteo Piantedosi) di concerto con quelli della Difesa (Guido Crosetto) e delle Infrastrutture (Matteo Salvini), proprio non piace alla società civile impegnata nella tutela dei diritti umani e, in particolare, dei migranti in fuga da guerra, fame, violenze e, sempre più, effetti devastanti del cambiamento climatico.
Autorizzare lo sbarco per i soli migranti «che versino in condizioni emergenziali», mentre gli altri vengono respinti nelle acque non territoriali, appare un atto di forza puramente propagandistico, «decisamente in contrasto con il divieto di respingimento collettivo, e potrebbe portare a una nuova condanna dell’Italia per respingimenti illegali, come già fu nel 2012». Questa la denuncia espressa del “Tavolo Asilo e Immigrazione” – coalizione di sigle laiche e cristiane, tra le quali A Buon Diritto, Acli, ActionAid, Arci, Asgi, Centro Astalli, Cgil, Cnca, Comunità Papa Giovanni XXIII, Emergency, Focus Casa dei Diritti Sociali, Movimento Italiani Senza Cittadinanza, Medici Senza Frontiere, Oxfam, Refugees Welcome Italia e Uil – in una nota del 7 novembre, diramata nel pieno del dibattito esploso intorno all’arrivo nelle acque italiane di 4 navi cariche di migranti: la norvegese Geo Barents di Medici Senza Frontiere (con 572 migranti a bordo) e la tedesca Humanity 1 della ong SOS Humanity (179 migranti), la tedesca Rise Above dalla ong Mission Lifelive (89 migranti) e la norvegese Ocean Viking della ong Sos Mediterranée (234 migranti).
Secondo il Tavolo Asilo le 4 imbarcazioni «hanno agito nel pieno rispetto delle norme, tenendo costantemente informati i centri di coordinamento dei soccorsi di ogni fase delle operazioni di salvataggio, a partire dalla segnalazione di nave in pericolo fino alla richiesta di un porto sicuro per far sbarcare i superstiti». L’insieme delle convenzioni internazionali marittime, la cosiddetta “legge del mare”, sottolinea il preciso dovere dei Paesi di «cooperare per coordinare i soccorsi» dei naufraghi individuati e soccorsi nelle loro acque, ha ribadito poi la nota. Dovere inderogabile di salvataggio che può dirsi concluso e adempiuto solo quando le persone soccorse vengono messe al sicuro e condotte in un Place of Safety (Pos).
La nota del Tavolo Asilo ha puntato il dito sul «silenzio di Malta» e sulla condotta italiana (dal sapore ancora puramente elettorale) che hanno «prolungano le sofferenze delle persone in cerca di sicurezza, costituendo episodi inaccettabili dal punto di vista umanitario e legale». Una «totale» e «inaccettabile» inosservanza del diritto internazionale da parte del governo guidato da Giorgia Meloni, «a scapito della dignità e della salvaguardia della vita umana, che non possono essere sacrificate per ragioni politiche».
Nel comunicato le organizzazioni afferenti al Tavolo Asilo chiedevano al nostro governo il ritiro immediato del decreto interministeriale, in ottemperanza al divieto di respingimenti collettivi previsto dalle norme internazionali, e lo sbarco immediato di tutti i migranti a bordo delle navi. Cosa, quest’ultima, che alla fine si è puntualmente verificata, anche per l’indisponibilità di numerosi medici inviati sulle navi a “selezionare” i migranti più a rischio da quelli definiti «carico residuale» dal ministro Piantedosi durante una conferenza stampa, il 5 novembre, in prefettura a Milano. E così i passeggeri della Geo Barents e della Humanity 1 hanno sbarcato a Catania; la Rise Above ha potuto sbarcare i propri passeggeri a Reggio Calabria, mentre solo la Ocean Viking ha lasciato le acque, accolta dalla Francia nel porto di Marsiglia, dopo le accuse del governo francese sulla condotta italiana. Riguardo al destino del cosiddetto “Decreto Piantedosi”, difficile ritenere che possa superare il vaglio della Consulta. Secondo il presidente emerito della Corte Costituzionale, Giovanni Maria Flick, intervistato da Repubblica (7 novembre) il provvedimento «è contrario alla legge del mare, alle convenzioni internazionali sottoscritte dall'Italia e alla nostra Costituzione».
Il comunicato del Tavolo Asilo invitava inoltre i Paesi costieri al rispetto degli obblighi derivanti dalla “legge del mare” in merito al soccorso dei naufraghi. Invocava l’istituzione di un meccanismo di assistenza dei sopravvissuti capace di garantire sicurezza e tutela dei diritti e della dignità delle persone, rapidità del soccorso e dello sbarco in luogo sicuro. Chiedeva, infine, il ripristino di «una missione pubblica europea di ricerca e soccorso nel Mediterraneo Centrale, ad oggi la rotta migratoria più mortale al mondo». (giampaolo petrucci)
* Foto di Irish Defence Forces, tratta da Flickr, immagine originale e licenza
Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.
Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!