
Crisi in Sudan: l'analisi di p. Alex Zanotelli
TAG24 by Unicusano – quotidiano online dell’Ateneo Niccolò Cusano di Roma – intervista oggi il missionario comboniano Alex Zanotelli in merito agli interessi economici e geostrategici delle potenze straniere in ballo nel conflitto esploso a metà aprile scorso in Sudan.
«Il popolo sudanese è stato uno dei popoli, a livello di ricerca della democrazia, più interessanti che abbia visto in Africa. In questi anni sono riusciti a scendere in piazza a urlare, a gridare e, veramente, a mettere in crisi il Governo». La speranza in una transizione democratica è stata cavalcata negli anni dalla società civile sudanese, ma poi i due leader militari al vertice del Consiglio Sovrano, i numeri uno dell’esercito sudanese (Abdel Fattah Abdelrahman al-Burhan) e dei paramilitari delle Forze di Supporto Rapido (Mohamed Hamdan Dagalo, detto Hemetti) hanno iniziato a combattersi e di fatto sono cadute le possibilità di un passaggio pacifico dei poteri ai civili. «Ed è proprio il potere che (i militari, ndr) non vogliono mollare facilmente – dice p. Alex – mentre il popolo vuole questo passaggio. Adesso c’è lo scontro militare interno. Sarà interessante vedere come il popolo, che è stato così bravo in questi anni a chiedere la democrazia, come reagirà».
Enormi sono gli interessi delle potenze straniere che si celano dietro questo scontro al vertice, denuncia il missionario durante l’intervista: «La Russia vuole controllare il passaggio delle navi nel canale di Suez. La Russia è presente con la Wagner anche in Sudan. Lo stesso i cinesi, che hanno iniziato a entrare nel Sudan. Ma soprattutto gli egiziani. L’Egitto è molto preoccupato per le acque del Nilo e per la diga, che peraltro abbiamo costruito noi italiani (in Etiopia, ndr), che blocca l’acqua. L’acqua è preziosa per l’Egitto, che può intervenire anche dal di fuori. Tutto questo lo rende un problema internazionale».
La situazione è «terribile», conferma il comboniano, proprio a causa dell’«odio profondo» tra i contendenti e degli interessi internazionali. Anche per questo motivo, spiega Zanotelli, le tregue annunciate, poi, non vengono mai rispettate. l’unica speranza è riposta nella comunità internazionale: l’Onu dovrebbe intervenire «con forza. Però non so quanto possa farlo in un momento così critico. La mia speranza è che, una volta che si sia calmata la situazione, il popolo sudanese abbia la forza che ha avuto in questi anni di ritornare in piazza e chiedere la democrazia. È stato uno dei popoli più straordinari e spero nella sua reazione».
Leggi l'intervista integrale sul sito di TAG24 by Unicusano
* Sudan Grunge Flag, di Nicolas Raymond, tratta da Flickr. Immagine originale e licenza.
Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.
Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!