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A Vienna, una Conferenza Internazionale per la pace, i diritti e il protagonismo alla diplomazia

A Vienna, una Conferenza Internazionale per la pace, i diritti e il protagonismo alla diplomazia

Appuntamento a Vienna, il 10 e 11 giugno prossimi, per la grande Conferenza Internazionale dei pacifisti nonviolenti che chiedono insistentemente l’affermazione di un cammino di negoziati per la pace in Ucraina mentre – ha spiegato ieri Sergio Bassoli sul sito della Campagna Sbilanciamoci! – «tutt’attorno non si vuole sentire nessuna voce invocare il cessate il fuoco, il negoziato e la soluzione politica di una guerra che miete vittime e distruzioni ogni minuto.

La Conferenza Internazionale di Vienna è promossa da sigle «che agiscono dentro il perimetro del rifiuto della guerra come soluzione ai conflitti tra Stati»: Europe for Peace, International Peace Bureau, CODEPINK, World Assembly of Struggles and Resistances of the World Social Forum, Transform Europe, International Fellowship of Reconciliation (IFOR), Peace in Ukraine Coalition, Campaign for PeaceDisarmament and Common Security (CPDCS), insieme alle organizzazioni austirache AbFaNG (ActionAlliance for Peace, Active Neutrality and Nonviolence), Institute for Intercultural Research andCooperation (IIRC), WILPF Austria, ATTAC Austria e International Fellowship of Reconciliation-Austrianbranch.

La Conferenza prevede attività in sottogruppi tematici e plenarie con interventi di alto profilo. Insieme a testimoni e pacifisti russi e ucraini, sono invitati a intervenire Ann Wright (ex colonnello e diplomatica statunitense); Anuradha Chenoy (docente indiana); p. Alejandro Solalinde (consigliere del Presidente del Messico), Clare Daly (europarlamentare irlandese), David Choquehuanca (vicepresidente della Bolivia); Jeffrey Sachs (economista, già direttore dell'Earth Institute, docente Usa), Michael von der Schulenburg (tedesco, ex diplomatico ONU); Maurizio Landini (segretario Generale CGIL), nonché attivisti per la pace provenienti dall’Ucraina e dalla Russia.

«Il tema centrale su cui verteranno i lavori di gruppo e le plenarie – chiarisce Sbilanciamoci! – è come riuscire a fermare la guerra ed impegnare la comunità internazionale nel negoziato per arrivare alla pace giusta. E quale strategia ed impegno per la società civile occorre mettere in campo. Una sfida ed un percorso irto di ostacoli e di pregiudizi da smontare, come quello di associare la soluzione politica e negoziale con la resa all’aggressore o di non riconoscere i diritti dell’Ucraina, in quanto popolazione e nazione aggredita».

È del tutto evidente agli organizzatori che «Vienna non sarà una passeggiata». Resta però fermo il dovere della società civile internazionale di «fare tutto il possibile per fermare la guerra, salvare vite e ridare il protagonismo necessario alla politica ed alla diplomazia e non più alle armi».

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