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Crisi in Medio Oriente: 75 anni di violazioni e di complicità

Crisi in Medio Oriente: 75 anni di violazioni e di complicità

Jewish Voice for Peace «è la più grande organizzazione ebraica progressista e antisionista al mondo. È organizzata come un movimento di base, multirazziale, interclassista e intergenerazionale di ebrei statunitensi in solidarietà con la lotta per la libertà palestinese, guidato da una visione di giustizia, uguaglianza e dignità per tutte le persone».

Il 7 ottobre scorso, in seguito all’aggressione di Hamas, Jewish Voice for Peace ha diffuso il comunicato stampa “The Root of Violence Is Oppression” nel quale dennucia l’aggressione «senza precedenti» dei miliziani di Hamas e la risposta di Israele, con bombardamenti aerei, stragi di palestinesi, distruzione delle case dei «palestinesi assediati a Gaza».

L’organizzazione ebraica ricorda che «la guerra del governo israeliano contro i palestinesi è iniziata oltre 75 anni fa. L’apartheid e l’occupazione israeliana (con la complicità degli Stati Uniti in tale oppressione) sono la fonte di tutta questa violenza».

L’organizzazione fa il punto su anni di occupazione, abusi, violazioni del diritto, vessazioni, umiliazioni e provocazioni imposte al popolo palestinese dal «governo più razzista, fondamentalista e di estrema destra della storia israeliana». Punta il dito sulla complicità degli Stati Uniti, che hanno consentito 75 anni di «oppressione e orrore» rendendosi responsabili di questo spargimento di sangue.

Al governo degli Stati Uniti, Jewish Voice for Peace chiede «che adotti immediatamente misure per ritirare i finanziamenti militari a Israele e per ritenere il governo israeliano responsabile delle sue gravi violazioni dei diritti umani e dei crimini di guerra contro i palestinesi». Annuncia nuove campagne di «boicottaggio, disinvestimento e sanzioni per porre fine ai miliardi che si riversano nella macchina da guerra israeliana da aziende e fondazioni private».

«Inevitabilmente, le persone oppresse ovunque cercheranno – e otterranno – la loro libertà. Meritiamo tutti la liberazione, la sicurezza e l’uguaglianza. L’unico modo per arrivarci è sradicare le fonti della violenza, a cominciare dalla complicità del nostro stesso governo».

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