Pedofilia nella Chiesa cattolica: il sito di Rete L'Abuso si fa in tre
SAVONA-ADISTA. Un sito internet già preziosissimo che diventa ora una superpiattaforma di informazione sugli abusi sessuali nella Chiesa cattolica italiana: è opera di Francesco Zanardi, fondatore e anima della Rete L'Abuso, nata nel 2010, che ha sistematizzato l'immenso archivio del sito per metterlo a disposizione degli utenti in modo ancora più intuitivo ed efficace. Un lavoro enorme che rappresenta, commenta lo stesso Zanardi presentandolo, «una scelta radicale che valorizza con i suoi contenuti la stessa storia del Paese e le inascoltate proteste dei sopravvissuti, documentata con migliaia di contenuti di cui molti non più reperibili sul web, ma presenti nel nostro archivio».
Il nuovo portale, che non cambia indirizzo (www.retelabuso.org), si presenta ora suddiviso in tre distinte strutture: la principale, quella dell'Associazione sopravvissuti (con i contenuti relativi all’Associazione, l'attività svolta negli anni, i consigli e i servizi medici e legali a livello regionale, per le vittime; Tg News - notizie regionali, che contiene tutte le edizioni della rassegna settimanale Tg News, strumento informativo tematico a cadenza settimanale ma anche le notizie dell'archivio storico, suddivise per Regione e categoria; infine, l'Osservatorio pemanente, contenente gli unici dati statistici italiani riguardanti la pedofilia clericale, grazie ai database sui preti accusati, su quelli condannati; l'elenco delle strutture della Chiesa per i preti pedofili; la lista dei vescovi responsabili di insabbiamenti e coperture rimasti al loro posto malgrado le prescrizioni di papa Francesco contenute nel motu proprio Vos estis lux mundi. Infine, statistiche su base europea e riscontri sulla portata del fenomeno in Italia.
Da ognuno dei tre portali tematici si può accedere all'intero archivio storico, con contenuti documentali che risalgono al 1870, e che offrono una rappresentazione plastica della storia della censura su questi reati nel nostro Paese. Un patrimonio di informazioni del quale la Cei - che, lo ricordiamo, non dispone di alcun archivio sugli abusi - dovrebbe fare tesoro. Alla conferenza stampa di chiusura dell'ultima assemblea dei vescovi, al contrario, a domanda diretta è stato risposto dai rappresentanti CEI di non voler entrare «nel merito dei dati di altri associazioni».
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