Nessun articolo nel carrello

Francia: alla ricerca di nuove testimonianze contro l’ex focolarino Merlin

Francia: alla ricerca di nuove testimonianze contro l’ex focolarino Merlin

Tratto da: Adista Notizie n° 1 del 13/01/2024

41710 NANTERRE-ADISTA. La polizia francese cerca nuove testimonianze sul caso del laico consacrato ex focolarino Jean-Michel Merlin, oggi più che ottantenne, accusato da 37 persone di abusi sessuali consumatisi all’interno del movimento dei Focolari, del quale è stato per lunghi anni uno dei personaggi di spicco. Nel 2020, una delle vittime, Christophe Renaudin, si era battuto perché una commissione esterna indagasse sulla reale portata del fenomeno abusi all’interno del movimento dei Focolarini. Renaudin, musicista e clown, era stato abusato da bambino da Merlin, che nel movimento ha passato la sua vita, dagli anni ‘60 fino al 2016, quando ne è stato cacciato. Lo aveva denunciato già nel 1994, e da allora almeno una trentina sono le vittime emerse, per ammissione dei focolarini stessi.

Nel 2020, sull’onda dello scandalo, innescato da un’inchiesta pubblicata su Les Jours, i vertici francesi si erano dimessi (v. Adista Notizie n. 39/20, 13/22) e a dicembre dello stesso anno il Movimento incaricava la società GCPS Consulting – specializzata nell’aiutare organizzazioni a garantire la sicurezza dei bambini, di persone vulnerabili e gruppi “a rischio” – di compiere un’indagine. Ne è derivato un rapporto di quasi un centinaio di pagine, frutto di un anno e mezzo di un lavoro consistito nell’«ascoltare le vittime e raccogliere ulteriori testimonianze, oltre a indagare se ci fossero state omissioni, insabbiamenti o silenzi da parte dei responsabili del Movimento». Si basava sulla testimonianza di 26 vittime di Merlin – tutte maschili – mentre si ipotizzava l’esistenza di altre 11 vittime, nel periodo esaminato, dal 1963 al 1998. Alcuni episodi di adescamento erano stati segnalati anche oltre questo periodo, fino al 2017. Lapidaria la valutazione: «L’Indagine indipendente è giunta alla conclusione che Merlin è stato un prolifico abusatore seriale di minori, responsabile di molteplici casi di abuso sessuale e tentato abuso sessuale su minori, quelli di cui abbiamo informazioni e, molto probabilmente, molti altri». Jean-Michel Merlin ha ammesso parte dei fatti di cui è accusato.

Quattro le persone che poi hanno sporto denuncia, secondo Christophe Renaudin, che è una di loro. Ma i fatti sono prescritti, motivo per il quale nel 2022 il tribunale di Nanterre ha deferito la questione alla brigata territoriale di protezione della famiglia dell'Hauts-de-Seine, affinché proseguisse le indagini cercando nuovi testimoni. Ora la Prefettura di polizia di Nanterre, il 2 gennaio, ha emesso un appello a eventuali altre «vittime non ancora identificate» a farsi avanti: «Il Movimento ecclesiale dei Focolari – si legge nel documento – ha incaricato un organismo indipendente dopo la scoperta di atti criminali commessi da uno dei suoi membri, il Sig. Jean-Michel Merlin», «accusato di violenza sessuale su minori e adulti, commessa negli anni all'interno di questo movimento religioso. Molte vittime si sono fatte avanti e hanno denunciato gli atti commessi contro di loro». «Chiunque possa fornire informazioni di interesse per l'indagine o desideri denunciare fatti di cui potrebbe essere stato vittima in relazione a questo caso – si legge nell’appello – può contattare la brigata territoriale di protezione della famiglia tramite e-mail al seguente indirizzo: appelatemoins-btpf92@ interieur.gouv.fr».

«Fatti conosciuti dagli anni ‘70»

«All'età di 14 anni ero in contatto con il movimento dei Focolari e ho frequentato per un periodo incontri con giovani e adulti», racconta Renaudin, oggi 56enne, in un’intervista a Radio France (3/1). Fu lì che venne avvicinato da Jean-Michel Merlin, «di cui sono stato vittima per due anni. Qualche anno dopo, poco prima del mio 28esimo compleanno, ho sporto denuncia contro di lui per violenza sessuale e tentato stupro. Al termine di questo processo il mio caso è stato archiviato per il tentato stupro, ma le violenze sessuali sono state riconosciute tramite risarcimento dalla giustizia civile. Nel corso del processo non ha riconosciuto il tentato stupro perché i fatti, all'epoca, non erano prescritti. Ha ammesso invece gli atti di violenza sessuale che erano prescritti: non rischiava più di andare in prigione, e quindi ha ammesso ciò che voleva. Spero che con questa richiesta di testimoni si trovino vittime di Jean-Michel Merlin per le quali i fatti non sono prescritti, il che potrebbe aprire la strada a un processo».

Per alcuni anni Renaudin e altri si sono battuti perché il movimento dei Focolari riconoscesse, investigasse e ricercasse le vittime di questo predatore, prosegue Renaudin, «ma in realtà abbiamo dovuto aspettare più di un anno prima che il pedofilo fosse escluso dal movimento (nel 2016, ndr), cosa che alla fine è avvenuta a causa delle pressioni da noi esercitate». E solo molto più tardi il movimento ha incaricato GCPS di condurre un'indagine. Perché questi ritardi? «Il movimento – risponde Renaudin – preferisce tutelare la propria notorietà e i molestatori di bambini piuttosto che prendersi cura delle vittime. Il suo discorso è finalizzato a dire “siamo vicini alle vittime”: in realtà non è affatto quello che accadeva. Già dalla fine degli anni ‘70 i Focolari erano a conoscenza dell’esistenza di quattro-cinque vittime, ma il predatore è stato cacciato solo nel 2016. Ciò dimostra chiaramente che questo movimento non voleva che ci fosse pubblicità intorno alle azioni di Jean-Michel Merlin e ha preferito che ci fossero molte vittime. C'è voluto quasi mezzo secolo perché questa persona fosse esclusa dal movimento». Un atteggiamento che, nella sostanza, sembra non cambiare: «Nel 2020, con la collaborazione di alcuni esponenti del movimento – spiega Renaudin –, abbiamo convocato i leader mondiali, che sono venuti a Nantes. E all’interno di questo incontro, durato quattro ore e registrato dalla Ciase (la commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa francese, ndr), il discorso dei Focolari è sempre lo stesso, cioè "sì, ti ascoltiamo". La particolarità di questo movimento è l'inerzia, non si fa nulla finché non si è obbligati a farlo».

Da parte dei Focolari, in un comunicato del 2 gennaio sul loro sito «esprimono la propria completa disponibilità per facilitare il lavoro delle autorità giudiziarie e per far conoscere tale appello. Offrono il proprio sostegno alle vittime e l’impegno a continuare a mettere in atto misure di protezione e tutela dei minori e della persona affinché il Movimento possa essere sempre di più un luogo sicuro per tutti». 

*Foto presa da Wikimedia Commons, immagine originale e licenza 

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

Sostieni la libertà di stampa, sostieni Adista!

In questo mondo segnato da crisi, guerre e ingiustizie, c’è sempre più bisogno di un’informazione libera, affidabile e indipendente. Soprattutto nel panorama mediatico italiano, per lo più compiacente con i poteri civili ed ecclesiastici, tanto che il nostro Paese è scivolato quest’anno al 46° posto (ultimo in Europa Occidentale) della classifica di Reporter Senza Frontiere sulla libertà di stampa.