I ponti del Papa
Nella rubrica "Mosaico dei giorni" di Mosaico di pace, oggi Tonio Dell'Olio sottoscrive le parole di Andrea Riccardi, in Avvenire del 16 marzo, sui tanti conflitti in corso
Faccio eco alle parole scritte da Andrea Riccardi sabato scorso 16 marzo su Avvenire perché non si deve lasciare isolata e marginale la voce di papa Francesco e, ancor di più, non si può lasciar cadere la speranza che sia possibile costruire la pace senza ricorrere allo strumento obsoleto e inumano della guerra.
Non ci si deve rassegnare alla guerra con il rischio che i conflitti in corso (la guerra mondiale a pezzetti) si saldino in una guerra mondiale vera e propria. «Non si può lasciar scivolare il mondo verso una guerra più grande. Certo ci sono tante “battaglie” da combattere: c’è la comunità internazionale da ricostruire. Bisogna rilanciare una grande iniziativa di pace, ripristinare i ponti, veicolare la coscienza che la guerra è una sconfitta per tutti. In questo senso si muove papa Francesco, criticato da tanti schierati in una logica di guerra, anche cattolici che hanno dimenticato quanto il Papa sia una grande risorsa per un mondo più umano e per una Chiesa più evangelica. Tuttavia ci sono ancora nel mondo tante potenzialità diplomatiche, intellettuali, umane, spirituali, per ricostruire le relazioni internazionali nel senso della pace, per costringere chi fa la guerra a fermarsi e mostrare ai piccoli e ai grandi che la pace è l’interesse comune». (Tonio Dell'Olio)
*La Colomba della pace. Quest'opera d'arte è stata presentata alle Nazioni Unite da Papa Giovanni Paolo II durante la sua visita del 2 ottobre 1979. Foto di Don Sutherland tratta da Flickr, immagine originale e licenza
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