
2 giugno: in Messico si vota e i vescovi invitano alla partecipazione, alla legalità e alla civiltà
Il 2 giugno è alle porte e con esso le elezioni presidenziali, parlamentari e amministrative in Messico, un momento tanto atteso, in quanto espressione democratica, quanto temuto per la violenza che lo ha già contrassegnato : solo dal 1° marzo, quando è iniziata la campagna elettorale, a fine aprile sono stati uccisi vari candidati (almeno 15); e a quella data, partendo dall’ottobre scorso, quando sono state messe in moto le primarie, le vittime della violenza omicida del narcotraffico sono state più di 50 (dati dell’istituto di statistica TResearch. Di queste, 26 erano candidati a cariche elettive, le altre erano familiari, politici o funzionari pubblici (ogni 48 ore muore un candidato, ha detto Carlos Penna, direttore di TResearch).
La Chiesa cattolica messicana, nel tentativo di risvegliare nel Paese un contrasto alla violenza, è già intervenuta, il 2 marzo scorso, proponendo una «Agenda Nazionale per la Pace» finalizzata al dialogo, fondamentale nel contesto attuale. In questa linea il 22 maggio la Conferenza episcopale messicano (CEM) ha indirizzato un messaggio al Popolo di Dio, ai candidati alle cariche popolari, alle autorità elettorali e a tutti gli attori politici del Paese, perché la giornata elettorale sia caratterizzata da partecipazione, legalità e civiltà. Nel messaggio i vescovi, sotto la presidenza dell'arcivescovo di Monterrey, Rogelio Cabrera López, hanno lanciato sette richieste specifiche, rivolte a diversi attori sociali. Questi i destinatari delle petizioni episcopali:
1. Ai cittadini, perché vadano a votare domenica 2 giugno in libertà: «Non abbiamo paura di andare a votare, non lasciamoci costringere da nessuno, né a votare né a non andare a votare; né farlo mediante regali, minacce o pressioni di alcun genere».
2. Ai funzionari dei seggi elettorali, cui va il grazie dei vescovi per il loro servizio: «Non mancheremo mai di valorizzare a sufficienza il fatto che, uno degli aspetti migliori della nostra democrazia, è che sono i cittadini a organizzare le elezioni, ricevere e contare i voti».
3. Ai partiti politici, perché rimangano nel recinto della legalità e perché ricordino che è importante sapere come vincere e come perdere: «Lo spirito democratico dei contendenti si rende evidente quando vengono riconosciuti i risultati».
4. Alle Autorità Elettorali, perché esercitino le responsabilità loro attribuite con tutta professionalità, nel rispetto delle leggi elettorali e dell'etica della responsabilità e della civiltà: «È il momento in cui dimostrate la vostra imparzialità per il bene del Paese, rafforzando la democrazia e sconfiggendo tutti i tentativi di frode elettorale».
5. Ai media, perché informino i cittadini in modo veritiero sul procedere di questo frangente storico: «Ricordiamoci che la gestione dell’informazione è già un modo di fare politica”.
6. Alle autorità competenti, perché proteggano cittadini e candidati alle cariche elettive dagli attacchi della criminalità organizzata: «Esistono gruppi criminali che cercano di influenzare il processo elettorale con minacce, violenze e persino omicidi, perseguendo i loro interessi illegittimi».
7. E infine alle Forze Armate messicane, perché adempiano alla loro più alta responsabilità di prendersi cura della popolazione, essendo depositari di un impegno trascendente a favore del Popolo, a favore della costruzione della sicurezza nazionale e della pace sociale: E la storia del Messico riconosce che si sono sempre comportati all’altezza».
«Che nessuno resti senza votare!», è l'esortazione conclusiva.
*Foto ritagliata di Robert Brands tratta da Flickr
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