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Autonomia Differenziata: una pesante sconfitta per l'ambiente in Italia

Autonomia Differenziata: una pesante sconfitta per l'ambiente in Italia

Il notturno via libera definitivo della Camera dei Deputati al disegno di legge sull’autonomia differenziata non è piaciuto affatto agli ambientalisti italiani e, in particolare, al WWF Italia. In una nota del giorno seguente, il 19 giugno, l’organizzazione accusa la maggioranza votante di aver «approvato la legge sull’autonomia differenziata trattando la materia della tutela dell’ambiente e dell’ecosistema come una qualsiasi altra materia». La natura – boschi, fiumi, fauna selvatica, bacini idrici, insetti impollinatori... – non conosce «i confini amministrativi di una Regione, per cui una tutela differenziata al ribasso su base regionale compromette la conservazione di specie e habitat. E la tutela dell’ambiente, anche dal punto di vista giuridico, è il presupposto del diritto alla salute».

La tutela degli ecosistemi e della biodiversità, dice il WWF, avrebbe «dovuto seguire una procedura distinta dalle materie che invece la Costituzione dichiara già di competenza anche regionale. Questo ancor più dopo la riforma degli articoli 9 e 41 della Costituzione che ha posto la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi tra i principi fondamentali della Costituzione, riconoscendo la tutela dell’ambiente quale limite dovuto alle attività economiche».

Nonostante la previsione dei LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni) anche in materia ambientale – che peraltro restano definiti ma non misurabili –, la norma voluta dal governo «non garantisce di evitare differenziazioni nelle misure di tutela. A queste, inevitabilmente conseguiranno differenziazioni di diritti dei cittadini – a cominciare da quello della salute – a seconda delle regioni in cui vivono».

In definitiva, commenta con amarezza il WWF, «la tutela dell’ambiente e della natura oggi subisce una pesante sconfitta e viene sacrificato ancora una volta nel nome della ragion politica».

Alla mobilitazione della società civile e delle opposizioni contro la legge, si aggiunge quella degli ambientalisti: il WWF, in particolare, «chiede alle Regioni di mobilitarsi affinché, al di là di ogni logica di appartenenza politica, si attivino per fermare la legge anche valutando l’impugnativa in Corte costituzionale e il ricorso al referendum abrogativo. È infatti fortemente opinabile la scelta del Governo e del Parlamento di dare attuazione al regionalismo differenziato tramite legge ordinaria e non tramite legge costituzionale, ancor più discutibile la scelta di trattare in modo equivalente le materie di competenza esclusiva statale e quelle di competenza concorrente (cioè anche regionale)».

Leggi il commento del WWF

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