
Conferenza metodista britannica. Si discute di pace, vocazioni e riforme pastorali
LEEDS-ADISTA. È in corso a Leeds la Conferenza della Chiesa metodista di Gran Bretagna.
«I temi principali che verranno discussi in questi giorni riguardano il conflitto tra Israele e la Palestina, i 50 anni dalla consacrazione della prima donna pastora, la situazione finanziaria, come rivolgere vocazione a nuovi candidati al ministero pastorale, come riformare la formazione dei pastori e delle pastore e una riflessione che riguarda come sostenere maggiormente la comunione tra tutte le chiese metodiste e gli organismi della chiesa metodista del Regno Unito», spiega all’agenzia Nev il presidente dell’Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia (Opcemi), pastore Luca Anziani.
La sessione pastorale metodista, che si è riunita precedentemente, è composta da pastori e pastore scelti dai propri distretti. Sono state affrontate, in particolare, le urgenze del ministero e della vita delle chiese.
«I temi trattati sono particolarmente noti anche alle chiese evangeliche in Italia – afferma Anziani –. Come deve cambiare la chiesa in vista della missione nel paese? Come trovare nuove vocazioni e come individuare muovi ministeri? Come sostenere la vocazione dei pastori?
La conferenza dei pastori non ha soltanto evidenziato le criticità della chiesa, ma sono state evidenziate anche le nuove buone prassi che rendono efficace la testimonianza, nonché la lotta contro l’ingiustizia sociale – conclude il pastore Luca Anziani -. Anche dal punto di vista pastorale la chiesa metodista di Gran Bretagna appare una chiesa che fa i conti con le difficoltà economiche del momento e accetta le sfide del cambiamento.
La domanda generale è stata: facciamo tante cose bene, ma siamo sicuri che stiamo facendo la cosa giusta? Quante delle cose che facciamo nella chiesa sono veramente importanti per la crescita della chiesa e per l’annuncio dell’Evangelo? Forse molte delle cose di routine che la chiesa porta avanti sono solo consuetudini che causano fatica e ci conducono lontano da ciò che è essenziale».
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