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Parte la raccolta firme contro l'Autonomia Differenziata. Ma la strada è in salta

Parte la raccolta firme contro l'Autonomia Differenziata. Ma la strada è in salta

Nell’editoriale di Sbilanciamoci! dal titolo “Contro la secessione dei ricchi”, il portavoce della campagna Giulio Marcon annuncia il lancio della raccolta firme (obiettivo 500mila) per il referendum contro l’autonomia differenziata, prevista dal 15 luglio al 30 settembre prossimi.

«Lo scorso 5 luglio – spiega Marcon – 34 esponenti di associazioni (in gran parte della Via Maestra), partiti, sindacati e molte personalità hanno depositato in Corte di Cassazione il quesito per l’abrogazione della legge sull’autonomia differenziata, approvata in via definitiva dal Parlamento nel mese di giugno». È il punto di partenza di un percorso che l’editorialista definisce «arduo e impegnativo» che richiederà «un lavoro capillare e diffuso che dovrà convincere i cittadini e le cittadine della gravità di una legge che spaccherà l’Italia in due, ridurrà i diritti dei cittadini, favorirà istanze secessioniste e separatiste».

La strada è tutta in salita anche perché il governo ha fatto di questo provvedimento un «collegato» alla Legge di Bilancio «e le materie di spesa pubblica non possono essere oggetto di referendum». La misura è poi una “legge di attuazione costituzionale”, cosa che potrebbe spingere la Corte Costituzionale (che sostituirà 4 elementi, a nomina parlamentare, entro dicembre) a respingere il quesito referendario, aggiunge Marcon.

Nonostante difficoltà e ostacoli, afferma il portavoce di Sbilanciamoci!, «si tratta di una scommessa che è giusto accettare, perché la posta in gioco è troppo alta. E comunque ne vale la pena, non fosse altro perché questo permetterà di promuovere una campagna diffusa di sensibilizzazione e di informazione dell’opinione pubblica».

Bisogna informare i cittadini italiani sulle nefaste conseguenze di questa riforma: «In molte Regioni i bambini non avranno il tempo pieno, in altre sì; da alcune Regioni i malati dovranno trasferirsi (come già succede) per le cure nelle Regioni più ricche; ci saranno meno asili nido in gran parte d’Italia; in alcune Regioni maestri e maestre saranno pagati di più, in altre di meno. Dietro la formula asettica dell’autonomia differenziata si nasconde un peggioramento delle condizioni materiali e sociali del Paese. Ecco perché è necessario mobilitarsi e raccogliere le firme per il referendum abrogativo».

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