
Missione congiunta Mediterranea - Fondazione Migrantes. Gli auguri di papa Francesco
TRAPANI-ADISTA. È partita ieri sera dal porto di Trapani la nuova missione di monitoraggio, ricerca e soccorso della nave “Mare Jonio” della ong Mediterranea Saving Humans. Si tratta della diciottesima dall’ottobre 2018 per l’unica nave della flotta civile battente bandiera italiana. Per la prima volta la Mare Jonio è accompagnata lungo la sua rotta da una barca a vela di supporto organizzata dalla Fondazione Migrantes della Chiesa cattolica italiana, con funzioni di osservazione e documentazione, informazione e testimonianza. «Vi auguro il meglio e invio la mia benedizione all’equipaggio di Mediterranea Saving Humans e a Migrantes. Prego per voi. Grazie tante per la vostra testimonianza», si legge nel messaggio autografo che papa Francesco ha inviato ai due equipaggi, tramite don Mattia Ferrari, “cappellano” della “Mare Jonio”.
La due imbarcazioni raggiungeranno nel pomeriggio di oggi l’area di operazioni Sar a sud di Lampedusa. Nonostante il silenzio che sembra essere calato sulla permanente crisi umanitaria nel nostro mare, la missione interviene in una situazione drammatica: secondo i dati diffusi l’altro giorno dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni dell’Onu), dall’inizio di quest’anno al 17 agosto scorso, sono morte o risultano disperse nel Mediterraneo centrale oltre mille persone, mentre quasi 14mila sono state catturate in mare e deportate nuovamente nei famigerati campi di prigionia in Libia. Secondo i dati forniti dalle stesse autorità tunisine, sarebbero invece oltre 30mila le persone in partenza dalla Tunisia e intercettate a terra o in acqua. Per molte di esse il destino è stata la deportazione e l’abbandono nel deserto. A monte perciò della vantata “riduzione degli sbarchi in Italia” vi è un incremento delle violenze e delle sofferenze per le persone in movimento e, in proporzione, anche del numero di vite perdute rispetto agli anni passati. È questa diretta conseguenza degli accordi stipulati dai governi italiani e dalle istituzioni europee con milizie e regimi di Libia e Tunisia.
«All’obiettivo prioritario della missione di salvaguardare a ogni costo ogni singola vita umana in pericolo in mare – spiega Laura Marmorale, presidente di Mediterranea Saving Humans –, si aggiunge quello di impedire intercettazioni e respingimenti delle persone migranti verso porti e Paesi “non sicuri”, come Libia e Tunisia, dove i diritti fondamentali sono negati e la stessa incolumità delle persone è quotidianamente a rischio. Intercettazioni e respingimenti che sono aperte violazioni del diritto internazionale, umanitario e marittimo».
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