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Papa Francesco: il mondo lacerato da troppi conflitti che distruggono la fraternità

Papa Francesco: il mondo lacerato da troppi conflitti che distruggono la fraternità

GIACARTA-ADISTA. Questa mattina papa Francesco ha tenuto il suo primo discorso del suo viaggio in Indonesia, presso il Palazzo presidenziale “Istana Negara”, rivolgendosi ai rappresentanti delle autorità, politiche, della società civile e del corpo diplomatico:

In diverse aree del mondo, ha detto il pontefice, «constatiamo il sorgere di violenti conflitti, che sono spesso il risultato di una mancanza di rispetto reciproco, della volontà intollerante di far prevalere a tutti i costi i propri interessi, la propria posizione, o la propria parziale narrazione storica, anche quando ciò comporta sofferenze senza fine per intere collettività e sfocia in vere e proprie guerre sanguinose. A volte poi si sviluppano violente tensioni all’interno degli Stati, per la ragione che chi detiene il potere vorrebbe tutto uniformare, imponendo la propria visione anche in questioni che dovrebbero essere lasciate all’autonomia dei singoli o dei gruppi associati».

Sono poi molte, ha aggiunto Bergoglio, «le situazioni in cui manca un effettivo e lungimirante impegno per costruire la giustizia sociale. Ne deriva che una parte considerevole dell’umanità viene lasciata ai margini, senza i mezzi per un’esistenza dignitosa e senza difesa per far fronte a gravi e crescenti squilibri sociali, che innescano acuti conflitti. In altri contesti, invece, si ritiene di poter o dover prescindere dal ricercare la benedizione di Dio, giudicandola superflua per l’essere umano e per la società civile, che si dovrebbero promuovere con le loro proprie forze, ma che, così facendo, incontrano spesso la frustrazione e il fallimento. Al contrario, vi sono casi in cui la fede in Dio viene continuamente posta in primo piano, ma spesso per essere purtroppo manipolata e per servire non a costruire pace, comunione, dialogo, rispetto, collaborazione, fraternità, ma per fomentare divisioni e accrescere l’odio».

Occorre invece, ha concluso, un «saggio e delicato equilibrio, tra la molteplicità delle culture e delle differenti visioni ideologiche e le ragioni che cementano l’unità, va continuamente difeso da ogni sbilanciamento. Si tratta di un lavoro artigianale affidato a tutti, ma in maniera speciale all’azione svolta dalla politica, quando essa si pone come obiettivo l’armonia, l’equità, il rispetto dei diritti fondamentali dell’essere umano, uno sviluppo sostenibile, la solidarietà e il perseguimento della pace, sia all’interno della società sia con gli altri popoli e Nazioni».

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