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Biodiversità: alla Cop16 si guarda lontano, ma l'Italia rallenta

Biodiversità: alla Cop16 si guarda lontano, ma l'Italia rallenta

“Pace con la Natura”: si tiene sotto questo slogan, tra il 22 ottobre e il primo novembre a Cali, in Colombia, la Cop16, 16.ma Conferenza dei Paesi parti della Convenzione Onu sulla Diversità Biologica, trattato internazionale adottato nel 1992 al Summit della Terra di Rio de Janeiro con l’obiettivo di promuovere iniziative per la conservazione e l’uso equo e sostenibile della biodiversità.

Agli importanti negoziati colombiani – che riuniscono capi di Stato e di governo, ministri e comunità scientifica – si definirà in questi giorni un’agenda internazionale di iniziative e di impegni per l’implementazione e l’attuazione del “Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework”, il “Quadro Globale sulla biodiversità” adottato all’unanimità dagli oltre 190 Paesi parti riuniti nella Cop15 del 2022, presieduta dalla Cina e celebrata nelle due lunghe tappe cinese e canadese (v. Adista Notizie n. 45/2022).

Uno sguardo all’Italia

«Tra i ritardi sull'implementazione della Strategia Nazionale per la Biodiversità e la richiesta di rinviare l’applicazione del Regolamento europeo anti-deforestazione, l’Italia arriva a questo appuntamento senza strumenti sufficienti per raggiungere gli obiettivi di tutela della biodiversità al 2030», denuncia il WWF Italia in una nota diramata alla vigilia dell’apertura del summit internazionale.

A Cali, quanto definito in linea di principio nella Cop15 dovrà trovare attuazione pratica: «Si dovrà passare dalle parole ai fatti», spiega il WWF, e questo si tradurrà in impegni concreti (politiche, piani, agende…) che saranno assunti dai governi per il raggiungimento dei 23 obiettivi globali definiti dal Quadro Globale, «indirizzati a fermare e invertire la perdita di biodiversità entro il 2030».

Lo scenario internazionale, però, non è dei più incoraggianti. I dati parlano chiaro: secondo l’ultima edizione del Living Planet Report del WWF, in 50 anni (1970-2020) si è registrato un «catastrofico calo del 73% della dimensione media delle popolazioni globali di vertebrati selvatici». Nonostante queste inquietanti rilevanze, ad oggi, solo 28 Paesi hanno aggiornato le loro Strategie Nazionali per la Biodiversità. L’Italia, che compare tra i 28 “virtuosi”, ha aggiornato la Strategia Nazionale, allineandola ai 23 obiettivi del Quadro Globale, eppure «manca ancora di un Piano di implementazione che sia adeguatamente finanziato affinché le ambizioni della Strategia possano tradursi in azioni concrete e incisive».

Di base, il territorio italiano resta ancora troppo poco protetto (21,68% dell’intero territorio nazionale terrestre e solo l’11,62% della superficie marina italiana).

Altra nota stonata, la possibile posticipazione di 12 mesi dell’EUDR, il Regolamento UE contro la deforestazione, che il governo italiano caldeggia con forza ma che «provocherebbe un grave ostacolo per il raggiungimento di almeno 3 target fondamentali» del Quadro Globale, e cioè «promuovere una gestione sostenibile delle aree agricole e forestali (target 10); incoraggiare un maggior impegno delle imprese nel trasformare le loro catene di approvvigionamento, minimizzando il loro impatto sulla biodiversità (target 15); sostenere la riduzione dell’impronta globale, entro il 2030, attraverso scelte di consumo sostenibili (target 16)».

Entro due anni, ricorda inoltre il WWF, si richiede anche all’Italia l’approvazione di un Piano nazionale per l’attuazione del Nature Restoration Law, il Regolamento UE sul ripristino degli ecosistemi terresti e marini approvato dal Consiglio UE ambiente il 17 giugno 2024 nonostante la lunga e strenua opposizione delle destre europee (v. Adista Notizie n. 24/24).

Le sfide sono tante e le azioni necessarie non più rimandabili, tanto che, a Cali, il WWF presume saranno anche adottate delle misure per il monitoraggio degli sviluppi e dell’adeguato finanziamento nei singoli Stati dell’implementazione del Quadro Globale.

Il commento del WWF Italia

Secondo Dante Caserta (responsabile Affari Legali e Istituzionali di WWF Italia), «Alla COP16 di Cali il mondo tornerà finalmente a parlare di natura e di tutela della biodiversità. Confidiamo che questo importante appuntamento possa mobilitare governi, imprese e persone verso una maggiore consapevolezza della centralità che l’ambiente ha nelle nostre vite. Troppe sono le esitazioni e i passi indietro, in Italia e in Europa, sulla tutela della biodiversità, mettendo in seria discussione il raggiungimento dell’obiettivo globale di fermare e invertire il declino di biodiversità entro il 2030. La posticipazione di 12 mesi del Regolamento europeo anti-deforestazione, all’esame del Parlamento europeo nelle prossime settimane, rappresenterebbe un atto gravissimo che minerebbe l’implementazione del Quadro Globale della Biodiversità, ma soprattutto la salute delle nostre foreste e del Pianeta, e di conseguenza quella di tutti noi. Ci uniamo all’appello “Fare pace con la Natura” della Presidenza Colombiana della COP16 affinché si generi una mobilitazione globale per rispettare e proteggere la vita sul pianeta e ritrovare una connessione positiva con la Madre Terra”».

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