"Pace in movimento": presentato oggi il nuovo portale del pacifismo italiano
È stato presentato stamattina ai deputati Pd, Avs e 5S, con una conferenza stampa alla Camera de Deputati, “Pace in movimento”, nuovo sito-portale-archivio online di storia del pacifismo italiano, un progetto di ARCI, Sbilanciamoci! e Un Ponte per. Il progetto è stato realizzato grazie ai fondi dell’8 per mille dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai. È dedicato a Tom Benetollo, presidente dell’Arci e grande pacifista, a venti anni dalla sua scomparsa.
«Quella che racconteremo – si legge nella home page del nuovo portale – è la storia del nostro pacifismo, del pacifismo italiano, dagli anni ’80 in poi, con un accenno al pacifismo degli inizi. È la storia di un pacifismo che si è sempre orgogliosamente definito politico, perché ha sempre creduto che la società civile debba avere l’intelligenza necessaria per individuare i passi che servono a far cambiare le cose. È la storia della nostra nonviolenza attiva, che non è mai stata la rinuncia al conflitto, ma la possibilità di agirlo con il massimo della partecipazione possibile, senza delegarlo ad avanguardie muscolari, maschie e coraggiose. È una storia collettiva e plurale, fatta da tanti e tante con idee, metodi, convinzioni diverse, ma che si sono sempre sentiti una grande comunità. Ed è stato l’insieme di percorsi e strumenti differenti, «contro la guerra e per la pace, a fare la sua forza».
«Abbiamo pensato di dover raccontare la storia del movimento pacifista italiano, uno dei più grandi e importanti del mondo» perché «viviamo un tempo carico di immani violenze, orrori ed ingiustizie. La guerra è tornata ad essere strumento legittimo della politica. Enormi risorse vengono bruciate in armamenti. E un nuovo conflitto mondiale è sempre più alle porte». E «la maggioranza della popolazione è contro la guerra. Ma fatica a farsi sentire. La propaganda, la disinformazione, la sensazione di impotenza spingono a farci abituare a tutto, anche al peggio».
«Le generazioni dell’attivismo sociale cambiano», si legge più avanti. «E ciascuna generazione scrive la propria storia, anche rompendo con quella precedente. Ed è un bene sia così, altrimenti tutto resterebbe sempre uguale. Con questo lavoro, quindi, non vogliamo insegnare niente. Solo, provare a consegnare un pezzo di radici a chi viene dopo di noi. Perché le radici, lo insegna la natura, danno forza e aiutano a crescere».
Durante la conferenza stampa è stato annunciato che venerdì 13 una delegazione di 25 parlamentari sarà all’Aia, al tribunale penale internazionale.
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