
Gli italiani stanchi di guerra: sondaggio ISPI
«Solo un italiano su 10 pensa che sia importante che l’Europa aumenti le risorse finanziarie destinate alla Difesa. Sono invece 6 su 10 a ritenere che le risorse attuali siano sufficienti e non debbano essere aumentate (34%) o, addirittura, debbano essere diminuite (26%). A preoccupare sembra anche essere il rischio che le eventuali nuove risorse finanziarie destinate alla difesa vengano sottratte a welfare e sanità pubblica».
È uno fra i più significativi dati che emergono dal sondaggio 2024 dell’Ispi (Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) realizzato da IPSOS nell’ambito dell’Osservatorio “ItaliaInsight – Gli italiani e la politica internazionale”. Il dato è confermato dalle risposte in merito alla guerra russo-ucraino: «solo il 13% degli italiani – si legge in un comunicato stampa dell’Ispi – pensa che UE e USA dovrebbero continuare ad armare l’Ucraina fino alla cacciata dei russi dai territori occupati. Il dato riflette d’altronde la diffusa percezione che la lenta avanzata russa proseguirà comunque. Anche per questo, probabilmente, la maggioranza relativa degli italiani (42%) crede che l’Ucraina dovrebbe accettare un accordo con Mosca. Resta, infine, un italiano su 7 (14%) che è convinto che UE e USA dovrebbero interrompere le loro forniture di armi a Kiev anche se ciò dovesse permettere alla Russia di conquistare l’intero Paese».
Di conseguenza, questo il senso del sondaggio, come sintetizzato dall’Ispi nel comunicato: «A un mese dall’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca riassume il comunicato di presentazione –, con la guerra in Ucraina che prosegue da quasi tre anni e il Medio Oriente in subbuglio dopo il conflitto a Gaza e la caduta di Assad in Siria, gli italiani guardano al 2025 con un misto di speranza e apprensione. A prevalere sembra più quest’ultima, soprattutto quando lo sguardo volge a ovest verso gli USA e a est verso la Russia. Ma una cosa è certa: in un anno segnato ancora una volta dalle guerre, c’è una gran voglia di pace».
Per quanto riguarda Donald Trump, il 38% degli italiani considera la sua elezione alla presidenza degli Stati Uniti una cattiva notizia per l’UE e per il mondo. Mentre un altro 38% non riesce a esprimere un giudizio, è solo per 1 italiano su 4 invece che il ritorno di Trump alla Casa Bianca rappresenta una buona notizia.
Per quasi il 40% degli italiani Trump è la persona più influente del mondo, stessa percentuale percepita quando era in carica nel 2019. Molto indicativa, segnala il sondaggio, è la ‘new entry’ in questa lista di Elon Musk (16%) che addirittura viene posto quasi sullo stesso piano del presidente russo Vladimir Putin (17%).
Cosa sperano gli italiani riguardo alla situazione internazionale per il 2025? L’indagine ha dato questo responso: oltre 4 italiani su 10 (44%) ripongono le proprie speranze sulla fine di almeno uno di due grandi conflitti, quello in Medio Oriente e quello in Ucraina.
Al secondo posto, illustra il comunicato, c’è una “speranza” particolare: l’inizio della presidenza Trump (22%), che fa d’altronde il paio con il fatto che il 24% degli italiani pensi che l’arrivo di Trump sarà una buona notizia per l’UE e per il mondo. Seguono tre “speranze” tutte europee: un terzo degli italiani indica infatti come fatti che danno o darebbero più speranza il calo dell’inflazione in Europa (14%), l’avvio della nuova Commissione europea (11%) e un auspicato ritorno alla stabilità di Germania e Francia (8%).
Per quanto riguarda la guerra russo-ucraino, solo il 13% degli italiani pensa che UE e USA dovrebbero continuare ad armare l’Ucraina fino alla cacciata dei russi dai territori occupati. Il dato riflette d’altronde la diffusa percezione che la lenta avanzata russa proseguirà comunque. Anche per questo, probabilmente, la maggioranza relativa degli italiani (42%) crede che l’Ucraina dovrebbe accettare un accordo con Mosca. Resta, infine, un italiano su 7 (14%) che è convinto che UE e USA dovrebbero interrompere le loro forniture di armi a Kiev anche se ciò dovesse permettere alla Russia di conquistare l’intero paese.
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