Sfida a Maduro: il 10 gennaio González andrà in Venezuela a proclamarsi presidente
Malgrado dal 2 settembre pesi sulla sua testa un mandato d’arresto, l'ex candidato presidenziale dell'opposizione venezuelana Edmundo González Urrutia, esule in Spagna, è deciso a entrare nel suo Paese per assumere la carica di presidente il 10 gennaio a Caracas. È la data di inizio del nuovo mandato, che tuttavia legalmente spetta a Nicolás Maduro, avendo questi vinto con il 51% dei voti le presidenziali del 28 luglio scorso. González è però convinto, con un 70% dei verbali delle votazioni alla mano, di aver sconfitto Maduro, il quale dal canto suo si è sempre rifiutato di rendere pubblici registri elettorali.
L'ex presidente della Colombia Andrés Pastrana ha affermato che diversi ex presidenti e politici latinoamericani hanno espresso l'intenzione di accompagnare González nella sfida a Maduro. In un’intervista a Radio Caracol, l’ex presidente ha affermato che «qualche giorno fa ho proposto che gli ex presidenti democratici accompagnassero Edmundo González nel suo insediamento» e, ha assicurato, «qualcosa si sta muovendo e c'è dialogo; al momento ci sono alcuni che hanno espresso il loro interesse a partecipare a questo evento e stiamo aspettando le loro risposte».
Ma quello di cui più ha bisogno l’ex candidato è il riconoscimento formale della sua vittoria e del suo diritto a sedere sul saggio presidenziale. Dal suo esilio si è impegnato molto in questa direzione, incoraggiato dal cambiamento del panorama internazionale con la vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti. Ultimamente si è dedicato in particolare a lavorare ai fianchi i Paesi dell’Unione Europea, con scarso successo: nel suo giro a Bruxelles e Strasburgo nei giorni prenatalizi ha ricevuto tante belle parole, tanta solidarietà, il prestigioso Premio Sakharov per la libertà di coscienza, ma riconoscimenti zero. È vero che l’Italia, dopo gli Stati Uniti, ha già riconosciuto González come titolato alla presidenza del Venezuela, ma, rileva El País oggi, «per il momento nemmeno questi paesi parlano di istituire una diplomazia parallela ufficiale con Caracas e il presidente eletto». E la Spagna, informa il quotidiano, è vero che ha concesso asilo politico a González – per facilitare il suo viaggio fuori dall'UE nel caso in cui Maduro gli ritiri il passaporto e di proteggerlo in un Paese terzo nel caso in cui qualche giudice venezuelano emetta mandato di perquisizione e arresto internazionale contro di lui –, ma per il momento non pensa di andare oltre».
A Strasburgo, a Edmundo González non è rimasto che chiarire il concetto: «Il riconoscimento completo della mia persona come presidente eletto del Venezuela [è fondamentale] per poter realizzare il recupero del Venezuela» e «che l’intera comunità democratica del mondo ci appoggi affinché, quando andremo in Venezuela per riprenderci sovranità popolare, possiamo farlo in pace e possiamo avviare il processo di riconciliazione nazionale».
*Foto di Cristóbal Alvarado Minic tratta da Commons Wikimedia, immagine originale e licenza
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