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Tanzania: la casa che salva ragazzi albini

Tanzania: la casa che salva ragazzi albini

«Qui, nei nostri territori, tempo fa è stata uccisa una bambina di due anni; giorni fa una bambina di seconda elementare che stiamo aiutando è stata aggredita a casa, e un altro bambino è stato scuoiato». Succede in Tanzania e a raccontare questi orrori è suor Amelia Jakubik, una delle due suore di Loreto che prestano servizio a Mwanza, dove gestisce insieme a una consorella e a don Janusz Machota una casa per ragazzi albini, vittime di credenze pagane. «Secondo una di queste – riferisce Vatican News (28/12) – gli amuleti fatti con frammenti di corpi di persone albine possono essere una garanzia di prosperità». Pare si tratti di casi isolati, tanto più che la legge vieta tali pratiche. Nel Paese africano c'è il maggior numero di albini al mondo; secondo gli ultimi dati, si tratta di 1 su 1.500 nascite.

"Vela" è il nome della casa che da quattro anni accoglie giovani albini creata sul modello di una tipica famiglia numerosa tanzaniana, in modo che quanti ne entrano a far parte possono sperimentare appieno il calore di una vera e propria famiglia. «È stata un'idea folle e innovativa di don Janusz. Il suo desiderio era quello di creare proprio una casa, non un altro centro», spiega suor Amelia. All’inizio, la casa accoglieva 14 bambini, adesso ce ne sono 20. Sono bambini e giovani di età compresa tra i 7 e i 20 anni. «Ultimamente sono già salpati per le ‘ampie acque’ della vita quattro persone di cui ci siamo presi cura. Alcuni studiano, altri cercano la loro strada. Senza il sostegno e l'amore ricevuti ne 'La Vela', non avrebbero creduto in loro stessi», aggiunge la religiosa Alla “Vela” i ragazzi trovano un'atmosfera familiare, un luogo in cui possano sentirsi voluti, accettati e amati, e vengono mandati a scuola. L'istruzione è il biglietto verso la realizzazione dei sogni, precisa la religiosa, ma anche la risposta alle limitazioni associate all'albinismo. «Non possono fare lavori sul campo o altre attività all'aperto, perché l'albinismo li mette a rischio di cancro alla pelle e di una serie di altre malattie».

Alla Vela oggi si svolge anche un lavoro di educazione della popolazione: solo negli anni 2021-2022 suor Amelia e tutti gli altri che sono impegnati nella casa hanno organizzato più di 200 seminari sull'albinismo in Tanzania e così la paura e la vergogna cominciano a scomparire. «Non dimenticherò mai la gratitudine di una madre quando ha saputo che ci saremmo presi cura di sua figlia, che aveva abbandonato alla nascita, quando lei stessa aveva 14 anni», ricorda melia. La madre, «che un tempo si vergognava della figlia, oggi se ne vanta».

*Foto di CHeitz tratta da Flickr

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