
Migranti in Albania: per il TAI "un attacco ai diritti e una prova di forza inaccettabile"
In occasione del trasferimento dei 49 migranti operato dal governo, parte oggi la terza missione nei centri albanesi di Shëngjin e Gjadër del Tavolo Asilo e Immigrazione (TAI) – rete della società civile italiana a cui aderiscono, tra gli altri, A Buon Diritto, Acli, ActionAid, Amnesty International, Arci, Asgi, Centro Astalli, Cgil, Cir, Gpic Missionari Comboniani, Cnca, Europasilo, Fondazione Migrantes della Cei, Intersos, Italiani Senza Cittadinanza, Medici del Mondo, Oxfam, Refugees Welcome Italia – in collaborazione con il Gruppo di Contatto Parlamentare sull’immigrazione. Obiettivo della missione è, ancora una volta, «monitorare le procedure e le condizioni di accoglienza delle 49 persone migranti in arrivo a bordo della nave Cassiopea della Marina Militare».
Si legge in una nota diffusa oggi dal TAI che, nelle due precedenti missioni, a ottobre e a novembre 2024, il Tavolo Asilo «aveva già denunciato le numerose violazioni del diritto internazionale e di quello nazionale, nonché dei diritti fondamentali delle persone che il governo italiano trasferisce forzosamente dal Mediterraneo centrale fino all'Albania».
Secondo le organizzazioni del Tavolo, con questo ennesimo trasferimento di migranti, il governo Meloni alimenta il cosiddetto “modello albanese” per due ragioni: da un lato, la solita propaganda in un clima da campagna elettorale permanente; dall’altro, sta «innalzando lo scontro con la magistratura», «senza attendere la pronuncia della Corte di Giustizia europea per proseguire le operazioni».
Il Tavolo Asilo denuncia inoltre che, a bordo della nave della Marina, non c’è personale dell’Organizzazione Internazionale dei Migranti (OIM), organismo intergovernativo del sistema delle Nazioni Unite «designato dal governo come la realtà preposta ad effettuare le procedure di screening» dei migranti trasferiti. In assenza dell’OIM, spiega il Tavolo Asilo, «è fondamentale capire come e da chi sia stata realizzata la valutazione delle vulnerabilità, elemento intorno a cui sono emerse gravi criticità già nei primi due trasferimenti effettuati a fine 2024».
Non solo, prosegue la nota: occorre anche «garantire la tutela giuridica delle persone trasferite, che non è stata prontamente assicurata nei precedenti arrivi in Albania». Ad esempio, i migranti trasferiti hanno diritto di confrontarsi con un loro avvocato di fiducia durante tutto l’iter di valutazione della loro condizione. Come fa il governo a garantirlo?, si chiede il Tavolo Asilo.
«Il trasferimento coatto verso l’Albania rappresenta un grave attacco ai principi fondamentali del diritto e della democrazia», si legge in chiusura della nota. «Questo approccio non solo mette a rischio la tutela giuridica e la dignità di chi è costretto a subire queste scelte, ma rappresenta anche un pericoloso precedente. Per questo, come nei due precedenti casi, metteremo in campo ogni sforzo necessario per opporci a questa prova di forza ingiustificata e inaccettabile, per fare in modo che non vengano più trasferite persone in Albania e che i centri di trattenimento vengano definitivamente chiusi.
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